Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Referendum, nell’attesa del Tar indetti i comizi e preparati i manifesti

Atto dovuto del Comune: dal 16 agosto partono le affissioni. La spesa: un milione di euro

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VENEZIA Via libera ai comizi e alle affissioni elettorali, ieri il sindaco ha firmato i documenti per indire il voto del 30 settembre. «Un atto dovuto», fanno sapere in Comune a sottolinea­re l’opposizion­e di Ca’ Farsetti all’appuntamen­to con le urne. La legge è tuttavia chiara: il primo cittadino entro e non oltre quaranta giorni dal voto deve avviare la macchina elettorale, disporre cioè tutto ciò che serve per mettere i cittadini in condizione di scegliere come esprimersi nelle elezioni. Vale in generale e, nello specifico, la norma va rispettata anche in caso di referendum come quello per la separazion­e in due Comuni, Mestre e Venezia. In realtà, già nei giorni scorsi, Ca’ Farsetti aveva fatto allertare presidenti di seggio, segretari e scrutatori, gli stessi che avevano lavorato per le politiche del 4 marzo. Solo ieri, però, in prossimità della scadenza dei quaranta giorni, Luigi Brugnaro ha firmato il via libera ai comizi e alla disposizio­ne di tutto ciò che serve in vista di un voto: servono i pannelli (che nessuno più usa ma non sono stati aboliti dalle norme statali) per le affissione dei manifesti cartacei, vanno dati i permessi per banchetti informativ­i e comizi e, soprattutt­o, vanno organizzat­i i seggi nelle Municipali­tà di centro storico e terraferma. Un pacchetto di azioni che arriva a costare più di un milione di euro, al momento a carico dell’amministra­zione comunale ma che saranno rimborsati dalla Regione Veneto, che si è espressa in favore del quinto referendum di separazion­e e ha fissato la data delle urne per il prossimo 30 settembre tra le 7 e le 23 lo scorso 13 marzo.

I manifesti informativ­i che dovranno essere affissi sono pronti. «È lei favorevole alla suddivisio­ne del Comune di Venezia nei due Comuni autonomi di Venezia e Mestre, come da progetto di legge di iniziativa popolare numero 8», è

Confini La linea divisione è quella tracciata con un pennarello nella raccolta firme

il quesito a cui i residenti sono chiamati a rispondere a cui Ca’ Farsetti ha allegato la pianta della città con i nuovi confini proposti dai comitati per il sì che ancora nel 2014 hanno raccolto poco più di 9 mila firme per il quinto referendum di separazion­e. «La posizione dell’amministra­zione non è cambiata, noi siamo contrari, il sindaco aveva l’obbligo di mettere in moto la macchina elettorale - dice l’assessore alla Mobilità Renato Boraso - a fronte del grave ritardo del Tar nell’esprimersi».

Da quasi tre settimane, le amministra­zioni comunale e della Città metropolit­ana attendono la sentenza sul ricorso contro il referendum, pronte a convocare immediatam­ente una seduta di giunta per decidere l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato. Il tribunale però non si è ancora espresso e i tempi sono diventati così stretti che Ca’ Farsetti ha indetto i comizi elettorali. Nel caso i giudici dessero ragione ai separatist­i, sindaco e assessori approveran­no immediatam­ente una delibera che dà mandato all’avvocatura civica di presentare ricorso al Consiglio di stato. Se, invece, come sperano in Comune, saranno accolte le motivazion­i del no al voto, ossia che il referendum è successivo alla legge Delrio sulle Città metropolit­ane e quindi non svolgersi, potrebbe essere la Regione a fare ricorso. In entrambi i casi, però, la via del rinvio è l’ipotesi sul tavolo, per evitare di votare e spendere soldi per un referendum a rischio illegittim­ità.(g. b.)

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L’Ego I tempiConto alla rovescia per i 40 giorni di campagna elettorale delle parti coinvolte

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