Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Fuoco amico» contro Giusto Stefani (Lega): basta spaccature
Nuove accuse di incompatibilità per il ruolo nell’Ente Palio
VENEZIA «Basta spaccature che riempiono le pagine dei giornali, va tutelata l’immagine del partito. Ci saranno sanzioni per chi semina zizzania». Il commissario della Lega veneziana Alberto Stefani non è stato colto impreparato dal ricorso presentato dal primo dei non eletti al consiglio comunale nelle fila della Lega Marco Parrino contro il consigliere e delegato alle Tradizioni nonché collega di partito Giovanni Giusto. Uno dei punti del ricorso sarebbe l’incompatibilità tra la presidenza dell’Ente per l’organizzazione del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare e il ruolo di consigliere comunale. Il ricorso davanti al tribunale civile è firmato dall’avvocato Jacopo Molina. «La situazione è già stata presa in carico – prosegue Stefani – è una delle tante su cui va fatta luce. Prenderemo provvedimenti». Quel che preme al nuovo commissario è che gli screzi vengano risolti nelle sedi opportune e non sulle pagine della cronaca. «Non si può andare sui giornali così – aggiunge – le situazioni interne vanno discusse nelle sezioni». Stefani parla di una soluzione moderata ma ferma alla lotta intestina che sta emergendo con sempre più forza nel partito. «Ci saranno delle sanzioni, potrebbe trattarsi di un richiamo ma anche di altro tipo di sanzioni che possano escludere chi semina zizzania», conclude il commissario.È il secondo attacco a Giovanni Giusto in pochi mesi e porta sempre la stessa firma: Parrino. Allora era aprile e sempre dall’avvocato Molina era arrivata una diffida al sindaco Luigi Brugnaro a dichiarare decaduto Giusto per via della presidenza di Giusto del Coordinamento delle remiere ruolo giudicato incompatibile con quello di consigliere comunale. A Ca’ Farsetti si vocifera che la Lega da tempo chieda la sua «testa», ma giunta e maggioranza, ieri come oggi, difendono Giusto. Nessun commento da parte del consigliere, ieri irreperibile per tutta la giornata. Stavolta il motivo del ricorso contro Giusto va ricercato nel Testo Unico degli Enti Locali lì dove, all’articolo 63, si parla delle incompatibilità tra cariche amministrative e altri incarichi. Secono la tesi di Molina, Giusto risulterebbe incompatibile perché non si possono cumulare le cariche di consigliere comunale e presidente di enti partecipati oltre il 20 per cento dallo stesso Comune. E l’Ente Palio, è partecipato al 25 per cento da Venezia alla pari di Pisa, Amalfi e Genova.
Si tratta di un ruolo assegnato dal sindaco nel febbraio 2016. L’attacco si estende anche al suo ruolo di delegato: secondo due recenti sentenze del Tar il consigliere delegato si può avere solo nelle Municipalità.
Un aspetto, quest’ultimo, che riguarda anche gli altri consiglieri delegati: Luca Battistella, Alessandro Scarpa Marta, Enrico Gavagnin e Paolino D’Anna. (e.lor.)
Sanzioni Il commissario leghista minaccia sanzioni «a chi semina zizzania sui giornali»