Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Salvini: «Noi più forti». Condanne bipartisan
TREVISO «Cercano di fermarci, ma violenti e delinquenti non ci fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima». Matteo Salvini (foto) risponde netto alle bombe piazzate nel perimetro della sede trevigiana della Lega, lo storico K3 di Villorba. Messaggio netto, secondo stile. L’hashtag che chiude il tweet del leader è già la sintesi del sentimento di molta parte del partito di fronte all’attacco a firma anarchica: «#iononmollo». Lorenzo Fontana, ministro veronese della Famiglia, sempre via Twitter, è la prima eco del segretario: «Non ci fate paura! Non ci fermerete! Forza Liga Veneta, Forza Lega». Eco europeo dalla padovana Mara Bizzotto: «Anarchici nazisti rossi non ci fermeranno con le loro squallide bombe», detta all’agenzia Ansa la capogruppo del Carroccio a Strasburgo. Luca Zaia va oltre e parla di «atto gravissimo, esecrabile. Speriamo non il primo di una possibile inquietante spirale». Il presidente del Veneto si sofferma anche sul senso del K3, che non è solo sede di partito ma anche «luogo dove i cittadini e i militanti si ritrovano per un confronto che deve sempre essere aperto, franco e democratico. Da noi è così, se qualcuno altro vuol far prevalere altri linguaggi, sappia che troverà sempre una ferma e condivisa opposizione democratica». Il vice presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, riflette così: «Il Veneto che ha conosciuto gli anni di piombo, sconfitto le Br e i terroristi di ogni genere, non si spaventa davanti a rivendicazioni di chi ha messo bombe con l’intento non esattamente democratico di creare lutti e feriti».
Da tutto l’arco partitico, regionale e nazionale, ieri è piovuta solidarietà sulla Lega. Minimo comune denominatore: la politica è l’antitesi della violenza. «Il confronto politico - nota del Movimento 5 Stelle del Veneto, alleato al governo, avversario in Regione - non può e non deve travalicare in atti di violenza, in nessun caso. Riteniamo che il livello di tensione sociale e politica raggiunto in Veneto e nel Paese debba condurre a una maggior responsabilità da parte di tutte le forze politiche, in modo da riportare il dialogo nell’alveo delle normali dinamiche di una democrazia sana e partecipata». Laura Puppato, senatrice montebellunese del Pd: «Gesto sconsiderato e vile, che non può ammantarsi di alcuna motivazione politica». «Il ricorso alla violenza, che in altre circostanze non ha risparmiato nemmeno sedi del mio partito - scrive la deputata Dem friulana Debora Serracchiani - va condannato senza esitazione. Comune impegno per isolare chi mina letteralmente il pacifico dibattito politico». Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, sceglie Twitter: «Solidarietà alla @LegaSalvini dopo l’attacco di #Treviso. Punire i colpevoli con durezza. No alla cultura della violenza». Un’altra forzista, l’assessore regionale Elena Donazzan, offre «sentita e sincera solidarietà» al segretario veneto della Lega, Gian Antonio Da Re: «Quanto accaduto oggi è grave e odioso: un attentato in piena regola, che ci riporta alla mente il clima degli anni di piombo». Solidarietà «agli amici della Lega di Treviso» dall’ex tosiano in consiglio regionale Stefano Casali, ora capogruppo di Centro Destra Veneto. «Il linguaggio della violenza fisica e verbale non può rientrare nel perimetro del confronto politico in democrazia», la nota del senatore padovano Antonio De Poli, presidente dell’Udc. (r.piv.)
Luca Zaia Atto esecrabile. Spero non sia il primo di una inquietante spirale