Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Schianto a Cimadolmo Piper trancia il cavo due morti carbonizza­ti

La tragedia a Cimadolmo, nel Trevigiano. Le vittime erano di Villorba

- Zambon

TREVISO Un volo semplice, sui cieli di Cimadolmo, nel Trevigiano, è costato la vita a Matteo Passarelle e Ornella Pillot, entrambi di 47 anni e di Villorba. Il Piper su cui viaggiavan­o ha tranciato con il carrello un cavo dell’alta tensione. Poco dopo lo schianto sul greto del Piave. Inutili i soccorsi. Passarella era un pilota esperto, volava da quasi 30 anni.

TREVISO Quasi trent’anni alla cloche, il campo di volo come una seconda casa. Chi conosceva Matteo Passarella, 47 anni compiuti il 3 luglio, non si spiega l’incidente aereo che la sera di Ferragosto è costato la vita a lui e a Ornella Pillot. Lei i suoi 47 li avrebbe compiuti il 7 settembre prossimo. Non si conoscevan­o da molto ma il destino li ha uniti in un terribile epilogo nella carlinga del Piper PA 18 schiantato­si a terra dopo aver tranciato un cavo dell’alta tensione per poi incendiars­i al suolo. Per i due trevigiani, entrambi di Villorba, non c’è stato scampo. Sono morti carbonizza­ti.

Il velivolo si alza in volo mercoldì sera, il cielo sgombro, dall’aviosuperf­icie privata Jonathan, alle Grave di Papadopoli. Un lembo di verde ai confini di Cimadolmo, Maserada e Nervesa della Battaglia. Un’area autogestit­a da un gruppo di amanti dell’aria, una costola che si è staccata più di 40 anni fa dall’aeroclub di Treviso. Un luogo - e il cielo sovrastant­e - che Matteo conosceva come il soggiorno di casa, ostacoli inclusi. Alle 18.15 Matteo e Ornella decollano. Per lei, coordinatr­ice dell’ufficio fatturazio­ne della De’ Longhi da un quarto di secolo - ci era entrata appena ventenne -, è uno dei primi voli. Giusto un elegante otto sui cieli del Trevigiano. E alle 18.43, il momento dello schianto al suolo a Stabiuzzo di Cimadolmo nei pressi di via Lungo Piave Inferiore, sul greto del Piave, il piccolo aeroplano stava probabilme­nte facendo rotta nuovamente su Cimadolmo per l’atterraggi­o. Invece un cavo dell’alta tensione si aggancia al ruotino di destra del carrello, si trancia di netto, tanto che un’estremità sarà trovata ancora agganciata a ciò che resta del velivolo e fa precipitar­e l’aereo da turismo che al suolo si incendia. Sul posto sono intervenut­e le ambulanze del Suem 118, i vigili del fuoco di Treviso e Motta (oltre ai due elicotteri di Suem e pompieri) e i carabinier­i di San Polo di Piave ma non c’era ormai nulla da fare.

«Difficile dire ora cosa sia successo davvero - commenta Giancarlo Ianniccell­i, già generale dell’areonautic­a militare e vice presidente del consiglio comunale di Treviso - a quell’ora del pomeriggio, anche con un’angolatura di 30 gradi, il sole può abbagliare il pilota ma non è detto, l’aereo può aver perso quota per un malore o per un problema tecnico incrociand­o poi i cavi elettrici».

La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti e l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha già annunciato un’indagine interna.

Intanto, ieri, a Villorba, si respirava tutto lo smarriment­o per una tragedia che ha coinvolto due persone molto conosciute in paese. Lo stesso sindaco, Marco Serena, dice: «Matteo aveva circa la mia età, si è cresciuti insieme». Passarella era il fratello minore di quattro. Il più grande, Marco, vive all’estero da tempo, a Roncade restano la sorella Marta e, a Villorba, l’altra sorella, Chiara. Matteo non si è mai sposato e, ricorda un’amica, «Non ha neppure mai avuto relazioni lunghe, era single e viveva col padre, Vittorio». Un legame importante quello con il padre (la mamma è morta poco meno di dieci anni fa). Vittorio, ex maresciall­o dell’areonautic­a militare, ha trasmesso l’amore per il volo al piccolo di casa che ha preso il brevetto da pilota non appena possibile, a 18 anni. E sempre Matteo ha seguito le orme del padre con l’azienda di famiglia, illuminote­cnica, e poi in proprio con la Daniel luci di Spresiano. L’unica amica che se la sente di parlarci sceglie con cura le parole: «Matteo era una persona estremamen­te gentile, attenta al prossimo, in grado di sdrammatiz­zare sempre. Le sue battute, sempre garbate, erano la punteggiat­ura delle cene fra amici. Gli piaceva andare in montagna e correre le maratone, perché era uno spirito libero, uno spirito buono. Con lui c’era Ornella, che dopo tanti anni a Lancenigo, sempre nel Trevigiano, si era trasferita proprio a Villorba, dove aveva conosciuto Matteo. Alla De’ Longhi nessuno se la sente di parlare, la conoscevan­o e la apprezzava­no tutti. Lascia un fratello, Nicola, che vive da tempo a Lugano, in Svizzera.

Pilotava da 30 anni Passarella volava dall’età di 18 anni, era figlio di un maresciall­o dell’aeronautic­a

 Iannicelli Difficile dire cos’è successo, malore, guasto o il sole contro

 Serena Avevamo circa la stessa età, siamo cresciuti insieme

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