Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Holding autostradale a Nordest»
Veneto, Trentino e Friuli pronti a ripartire. «Presto un vertice fra i tre governatori»
VENEZIA Dopo la tragedia di Genova, nel governo 5 Stelle- Lega torna la voglia di riportare in mano pubblica le autostrade. Ipotesi che potrebbe rimettere in pista un vecchio pallino del governatore Luca Zaia e cioè la creazione di una grande «holding autostradale del Nordest».
Ugo Rossi Il tavolo esiste già, ci incontreremo a settembre per definire una strategia comune
VENEZIA Il drammatico crollo del Ponte Morandi a Genova, la dura reazione del Governo contro Autostrade per l’Italia e la famiglia Benetton (Matteo Salvini: «Con faccia di bronzo incredibile e con morti ancora da riconoscere, parlano di soldi e di affari») e l’annunciata volontà del ministero delle Infrastrutture di procedere con la revoca della concessione a favore della società non soltanto sulla A10 ma sull’intera rete di sua competenza («Stai tranquillo, questi i nostri ponti e le nostre strade non li gestiranno mai più» ha promesso ieri Luigi Di Maio al familiare di una delle vittime che gli chiedeva severità) rischia di creare un clamoroso effetto domino a Nordest, dove Autostrade per l’Italia gestisce la A27 Treviso-Belluno, la A13 Padova-Bologna e, con la controllante Atlantia, si prepara a prendersi a settembre pure la A4 Brescia-Padova.
Non solo: con il Governo Cinque Stelle-Lega torna prepotente la voglia di riportare in mano pubblica le grandi infrastrutture italiane, a cominciare proprio dalle autostrade. Un’ipotesi per ora piuttosto vaga (come incerto è il punto di caduta del braccio di ferro innescato con Autostrade per l’Italia), perché nel mezzo c’è l’Europa contraria alle ri-nazionalizzazioni e perché si nutrono dubbi sul fatto che lo Stato possa rinunciare agli investimenti dei privati mettendo mano alle sue casse esangui, ma che pure potrebbe rimettere in pista un vecchio pallino del governatore Luca Zaia e cioè la creazione di una grande «holding autostradale del Nordest» che renda le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e le Province di Trento e Bolzano protagoniste della gestione delle reti nel loro territorio.
Zaia ne è sempre stato convinto e l’ha ribadito l’ultima volta all’inizio di giugno: «Si deve dar vita alla holding autostradale del Nordest. Abbiamo delle infrastrutture gestite da Autovie e in questo caso il Friuli Venezia Giulia è il socio controllore e di riferimento, ma poi ci sono Cav, il Passante di Mestre e molto altro ancora su cui possiamo ragionare. Senza dimenticare che la Regione Veneto è la concedente della Pedemontana». E ancora, nei mesi scorsi: «L’unica soluzione che vedo, per il tema delle autostrade, è fare una holding del Nordest con Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige: abbiamo in mano importanti pezzi di autostrada e possiamo lavorare su questi. Il pubblico non deve entrare nella partita per fare business e massacrare gli utenti con le tariffe: il nostro deve essere un ruolo di garanzia per il territorio. Potremmo condividere le strategie e creare importanti economie di scala». Parole che, c’è da credere, verrebbero immediatamente sottoscritte dal Governo, dopo che già sono state benedette dalla Confindustria locale: «L’aggregazione accrescerebbe la competitività di tutto il Nordest».
Certo la strada è lunga, lunghissima, ma non si parte da zero, un veicolo c’è già e si chiama «Società autostrade Alto Adriatico spa». Nata dalle delibere delle Giunte di Veneto e FVG nel marzo scorso, ha 6 milioni di capitale interamente sottoscritto dalle due Regioni (un terzo dal Veneto, due terzi dal FVG), un amministratore unico ed un comitato d’indirizzo pubblico. Si tratta dunque di una società «in house», creata ad hoc per ereditare da Autovie, dopo aver liquidato i privati, la concessione sulla A4 Venezia-Trieste con le diramazioni Palmanova-Udine e PortogruaroPordenone, senza che si debba indire una gara europea. La concessione avrebbe durata trentennale.
La scatola, al momento, è vuota perché la nuova convenzione ancora non è stata firmata ma l’assessore alle Infrastrutture del FVG Graziano Pizzimenti si dice fiducioso che si riesca a chiudere entro il termine previsto del 31 dicembre: «Nelle prossime settimane il presidente Fedriga volerà a Bruxelles insieme ai tecnici del ministero per confrontarsi con i funzionari della Direzione generale Mercato della Commissione europea e fugare ogni dubbio». L’Ue, co-
Cerimonia sentita, si percepiva la voglia di giustizia e verità della gente
m’è noto, spinge infatti per la messa a gara, nel nome della concorrenza, gara che però vedrebbe la società pubblica soccombere quasi sicuramente con i grandi player continentali del settore. All’incontro, che segue lo stallo post elettorale (c’è una bozza datata maggio), potrebbero essere presenti anche Zaia e i presidenti di Trento e Bolzano Ugo Rossi e Arno Kompatscher.
Lo scenario, infatti, è più ampio. L’intenzione, ribadita spesso e pubblicamente da Zaia, è quella di allargare un domani il perimetro della NewCo a Cav, la società che gestisce il Passante, la Tangenziale di Mestre e la A57, il cui capitale è diviso esattamente a metà tra la Regione Veneto e l’Anas (lo stop alla fusione tra quest’ultima e le Ferrovie dello Stato potrebbe aiutare allo scopo e d’altronde il coinvolgimento di Anas era già stato ipotizzato nel post Autovie) e in una fase successiva all’Autobrennero, che versa in una situazione simile a quella di Società Alto Adriatico: il veicolo «in house» è stato creato, con la partecipazione totalitaria delle Province autonome di Trento e Bolzano, ma non ha ancora ottenuto la concessione relativa alla A22 Modena-Brennero perché il Governo si è preso tempo fino al 30 novembre, assillato dai «dubbi europei». In un simile contesto, che accadrebbe se Autostrade per l’Italia perdesse obtorto collo la A27 e la A13 (gli analisti danno invece per improbabili ripercussioni sull’operazione Abertis-A4 Brescia-Padova)?
Che tutto sia in movimento lo conferma il presidente Trentino Rossi: «Un tavolo tra noi, il Veneto ed il FVG esiste già, ci incontreremo a inizio settembre per definire una strategia comune. Ci siamo sentiti spesso nelle ultime settimane, gli interessi sono comuni. Ottenere delle concessioni autostradali che in una logica di corridoio europeo siano collocate “in house” sugli enti pubblici costituirebbe un vantaggio per i cittadini e garantirebbe la tutela del territorio, un presidio sugli investimenti e il protagonismo all’interno delle logiche di regolazione del traffico europeo». Gli fa eco Luigi Olivieri, presidente di Autobrennero: «Le società che gestiranno le tratte saranno interamente pubbliche, dunque l’aspetto dell’utile e del dividendo sarà interessante ma meno rilevante rispetto a una società esclusivamente gestita da privati». Esattamente come accade in Cav già oggi.