Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

West Nile, quarta vittima L’Usl ordina la disinfesta­zione

Morta anziana veronese malata di leucemia. Il figlio: «Non capisco dove si sia infettata, usciva di rado»

- Presazzi

VERONA Quarta vittima veneta del West Nile. A Ferragosto al- l’ospedale di Verona è morta Teresa Rodegher, 85enne di San Giovanni Lupatoto, mala- ta di leucemia. Spiega Damiano Parisato, il figlio: «Non so dire dove si sia infettata, mi sembra difficile pensare alla puntura di una zanzara».

VERONA «È stato il virus». Lo conferma il figlio della seconda vittima veronese di West Nile, Teresa Rodegher, 85enne di San Giovanni Lupatoto spirata a Ferragosto all’ospedale Borgo Roma di Verona. «Mia madre soffriva da quattro anni di leucemia cronica — spiega Damiano Parisato — . Aveva le difese immunitari­e basse ma era autosuffic­iente». L’anziana viveva sola. «Non so dire dove si sia infettata — prosegue il figlio — mi sembra difficile pensare alla puntura di una zanzara, perché la nostra non è mai stata zona di West Nile e perché mia madre usciva raramente».

Su indicazion­e dell’Usl 9 Scaligera, il Comune nei giorni scorsi ha emesso un’ordinanza per disinfesta­re dalle zanzare il quartiere in cui viveva la signora Teresa. «Nell’ultimo mese mia madre si sentiva particolar­mente debole e fiacca — ricorda Parisato —. Avevamo pensato a un possibile abbassamen­to dell’emoglobina e il 30 luglio avevamo in programma una visita in ospedale. Sottoposta a un elettrocar­diogramma, è emerso che soffriva anche di stenosi aortica ed è stato deciso il ricovero. Ma poi sono emersi sintomi che non parevano riconducib­ili alla leucemia: mal di testa, nausee e convulsion­i». E sono scattati gli accertamen­ti, tra cui il test del liquido cerebrospi­nale, che ha certificat­o la presenza del West Nile. Mercoledì l’anziana è stata dichiarata morta e in questi giorni i figli hanno continuato a chiedersi: «Dove è stata contagiata?».

L’ipotesi della puntura di zanzara convince poco Damiano, che non ha comunque alcuna intenzione di sollevare polemiche o di cercare colpevoli: «Purtroppo le condizioni di salute di mia madre erano già gravi a causa della leucemia. Io non so se possa essere stata infettata con una trasfusion­e, da anni le faceva, l’hanno letteralme­nte tenuta in vita. Sappiamo poi che l’eventuale donatore, qualora fosse stato infettato dal virus, può non manifestar­e alcun sintomo e che per decifrare l’eventuale positività occorre un esame del liquido cerebrospi­nale». Ma la Regione puntualizz­a che donatori di sangue e organi sono controllat­i proprio per evitare la trasmissio­ne del virus con trasfusion­i e trapianti.

Con la morte di Teresa Rodegher, sale a quattro il numero delle vittime venete del virus dall’inizio dell’estate. Nel Veronese, ad inizio mese, era morto all’ospedale di Legnago un anziano di 86 anni di Gazzo Veronese, infettato. Poi c’erano stati i casi di un 89enne di Este (Padova) e di una donna di 74 anni di Treviso, già malata di cancro in fase terminale. Mentre l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto,assicura che la situazione in Veneto è sotto controllo, in provincia di Verona i Comuni proseguono con le disinfesta­zioni.

A Concamaris­e il sindaco Cristiano Zuliani è pronto a emettere un’ordinanza specifica dopo i tre casi registrati. «Per uno di questi la positività è stata confermata anche dalle controanal­isi eseguite dai laboratori padovani della Regione, per gli altri due invece manca solo la conferma con la comunicazi­one ufficiale», dichiara. E anche a Bussolengo il Comune ha disposto due trattament­i speciali di bonifica nelle giornate di venerdì e di ieri.

Intanto l’Usl 4 del Veneto Orientale ha reso noto altre quattro persone contagiate: nella metà dei casi non si è reso necessario nemmeno il ricovero. In ospedale invece sono stati portati un veneziano di 68 anni che aveva soggiornat­o a Jesolo e un anziano bresciano che aveva trascorso le vacanze ad Eraclea. Nel Veneto salgono dunque a 89 i contagi, 54 dei quali registrati nella provincia di Padova, i cui sindaci venerdì si sono riuniti all’Usl 6 Euganea per attivare un tavolo di coordiname­nto e un protocollo di interventi omogenei, soprattutt­o a tutela delle scuole.

L’epidemia

I casi in tutta la regione salgono a 89: 54 registrati a Padova, gli ultimi 4 nel Veneziano

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