Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Chiarezza e giustizia per questa tragedia

- Di Francesco Moraglia*

Di fronte a questa tragedia, il primo pensiero è stato quello di andare alle tantissime volte in cui - quando ero prete a Genova - ho attraversa­to in questi anni il viadotto Morandi soprattutt­o per spostament­i e servizi legati al mio ministero sacerdotal­e.

Esprimo vicinanza all’Arcivescov­o, con cui ho parlato il giorno stesso del crollo e che ho sentito molto addolorato, e alla città di Genova così profondame­nte ferita.

Rivolgo una preghiera e un ricordo speciale ai morti, ai feriti, alle famiglie colpite così duramente, alle tante persone sfollate che hanno dovuto lasciare le loro case.

Poco lontano dal viadotto Morandi sorge il Santuario della Madonna della Guardia, tanto cara a tutti i Genovesi e di cui tra pochi giorni si celebrerà la festa; chiedo in particolar­e a Lei, la Madre di Gesù e Madre nostra, di vegliare sulla città e di custodirla ora nelle notevoli difficoltà che si troverà ad affrontare, per molti mesi, a causa dei contraccol­pi che la tragedia certamente genererà sull’economia, sui trasporti (così vitali per il Porto che è da sempre “motore” di Genova), sulle comunicazi­oni e sulla vita sociale cittadina e che rischiano quindi di aggravare ulteriorme­nte situazioni già oggi difficili per molte famiglie.

Come cittadino emerge poi anche una domanda di forte chiarezza e un’esigenza di maggiore tutela per chi viaggia, per chi lavora, per chi si sposta per i motivi più vari. E che si possano accertare le responsabi­lità, ad ogni livello. Il Signore illumini le coscienze di tutti quelli che sono e saranno chiamati a compiere quest’opera di chiarezza e di giustizia. Lo dobbiamo innanzitut­to ai tanti morti di questa tragedia, alle loro famiglie e all’intera nostra società.

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