Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Movida, sexy-shop, tuffi i nuovi divieti dei sindaci A Jesolo da inizio estate firmati 72 daspo urbani
Chioggia vieta il passaggio delle auto con l’alta marea
VENEZIA Non solo Venezia. La lotta contro il degrado si allarga alla Città metropolitana, dove vari Comuni stanno adottando nuovi Regolamenti di polizia urbana che introducono regole e punizioni più severe a chi mette a rischio il decoro. Qualche regolamento è già pronto e in vigore, come a Jesolo dove il daspo contro spacciatori, venditori abusivi e massaggiatori è applicato da maggio. Con un gran daffare del sindaco Valerio Zoggia: «Da inizio stagione ai primi di agosto, abbiamo emesso 72 daspo», dice Zoggia. Il daspo urbano, cioè il divieto di entrare in città o solo in alcune zone, è previsto dal decreto Minniti, ma non tutte le amministrazioni hanno deciso di inserirlo nel Regolamento. È il caso di Noale, che a fine luglio ha approvato il nuovo pacchetto di norme all’unanimità. «Il vecchio Regolamento era del 1979, non c’erano regole per volantinaggi abusivi o “movida” – spiegano in Comune – Era anacronistico». Ora, ci sono multe per gli schiamazzi notturni, per chi si arrampica e danneggia monumenti (in passato, qualcuno ha scalato la Rocca) e per accattonaggio molesto. Tra i nuovi divieti ci sono anche l’accumulo di oggetti nei terrazzi contro il rischio che cadano e l’uscire in pubblico con il volto travisato senza giustificati motivi (la religione, nel caso del burqa, è un giustificato motivo). Inoltre, i sexy shop non potranno esporre «oggetti specifici» in vetrina: poco male, a Noale non ne esistono. «Meglio abbondare nel caso in cui ne aprisse uno», replica la consigliera Anna Maria Tosatto, capogruppo del Gruppo misto che ha lavorato alle norme. La bozza è stata proposta ai sindaci dai vigili dell’Unione dei Comuni del Miranese (Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala, Spinea) come modello che ogni amministrazione può adeguare alle sue esigenze. A San Donà di Piave, il sindaco Andrea Cereser introdurrà il foglio di via: «Stiamo verificando le possibilità di applicazione del daspo, lo vorremo usare per alcuni reati, come lo spaccio – spiega – Abbiamo istituito il distretto di polizia locale con Noventa e Musile di Piave e questo comporterà, dopo l’estate, il riordino dei regolamenti». A San Donà, arriverà il divieto di ammucchiare oggetti in giardino. «Spesso abbiamo segnalazioni di rifiuti accumulati in spazi privati spiega Cereser - Non ci sarà una stretta alla movida, ma più controlli ai locali». Ad oggi, a Chioggia, non esiste un Regolamento di polizia urbana, ma a breve arriverà. «Tutte le norme erano contenute in varie ordinanze, movida inclusa, la principale novità saranno le sanzioni per accattonaggio molesto - dice il comandante della polizia locale Michele Tiozzo - Inseriremo il daspo, il consiglio voterà entro settembre». Arriverà anche il divieto di circolare in auto in caso di acqua alta, «per evitare che muovano acqua all’interno delle case», conclude Tiozzo. Qualche Comune ha già ritoccato il vecchio Regolamento comunale e non intende riscriverlo ex novo. Un esempio? San Michele al Tagliamento, dove, tra l’altro, la delibera del 2017 ha un nome diverso rispetto al resto del Veneziano: Regolamento comunale per la vivibilità urbana e per la qualità della vita. Il daspo non c’è - «al momento non lo riteniamo necessario, bastano le sanzioni presenti nel documento», dice il sindaco Pasqualino Codognotto - ma i divieti sono molti, dall’accattonaggio alla raccolta di firme o fondi (in vigore da quest’anno anche a Venezia), al campeggio libero, ai rumori molesti dei cantieri e alla musica sparata a decibel elevati. Addirittura, i commercianti possono essere multati con 150 euro di sanzione se hanno vetrine indecorose. Take away e, in generale, le attività artigianali non possono fornire posate né sedie per consumare pasti, pena 250 euro di contravvenzioni. E se una casa è troppo affollata: 400 euro di multa. A Cavallino, infine, come nel Comune capoluogo sono vietati i tuffi nei canali.