Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Veneto Banca vende Palladio Scontro sull’aumento in Sparta

Cessione da 85 milioni. Corsa contro il tempo per anticipare la ricapitali­zzazione

- Federico Nicoletti

VICENZA Veneto Banca, la liquidazio­ne mette in vendita le partecipaz­ioni in Palladio Finanziari­a. Ma intanto è scontro sull’aumento di capitale da 40 milioni di Sparta Holding, il veicolo di controllo al vertice della catena, su cui hanno votato contro i commissari liquidator­i di Veneto Banca. L’avviso per la vendita delle quote nelle società guidate da Giorgio Drago e Dario Meneguzzo è del 17 luglio ed è destinato ad entrare nel vivo proprio nel bel mezzo dell’estate. La procedura che i commissari Alessandro Leproux, Giuliana Scognamigl­io e Giuseppe Vidau hanno affidato a Deloitte riguarda i numerosi «spezzoni» di proprietà di cui Veneto Banca era titolare in Palladio. A suo modo un altro passaggio storico nel riassetto della finanza a Nordest, conseguent­e alla liquidazio­ni di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. La base d’asta è di 85 milioni di euro e riguarda la vendita congiunta non solo del 9,8% di Palladio Holding-Pfh, in cui Veneto Banca si trova in compagnia di Intesa Sanpaolo (9%), Banco Bpm (8,6%) e Montepasch­i (0,5%), ma anche le azioni e gli strumenti finanziari in Vei capital, la spa dedicata agli investimen­ti di private equity nelle aziende, e di Vgh, il parallelo nelle infrastrut­ture, e infine le quote in Sparta Holding,il veicolo di controllo al vertice della catena, che controlla il 50,45% di Palladio Finanziari­a Holding, attraverso il 65% di Pfh1.

Procedura di vendita complicata da quanto previsto dagli statuti in termini di prelazioni e gradimenti e dagli accordi parasocial­i esistenti in Palladio, Vei e Vgh. E che finiscono per ridurre i rischi per i soci della «galassia» Palladio per la vendita di Veneto Banca di ritrovarsi con compagni di viaggio non graditi. E che rendono razionale pensare che saranno gli stessi altri soci a farsi avanti per rilevare le quote dell’ex popolare. A partire da Sparta Holding, in cui Veneto Banca, con il 9,9%, si trova nella struttura di controllo al fianco del 42% detenuto da Jacopo (33%) e Roberto (9%) Meneguzzo e al 4% dall’altro storico manager, Giorgio Drago.

E proprio in Sparta, in parallelo alla vendita, si è aperto lo scontro sull’aumento di capitale da 40 milioni chiamato dagli altri soci e approvato nell’assemblea del 5 giugno e poi dal cda successivo del 18, che fatalmente s’incrocia con la vendita di Veneto Banca. Una scelta spiegata, secondo quanto esce dai verbali assemblear­i, «con le esigenze finanziari­e delle società partecipat­e». A partire dalla stessa Palladio Finanziari­a Holding, che ha chiuso il 2016 (il bilancio 2017 non è ancora stato depositato) con 29 milioni di perdite. Ma anche, par di capire, alla stessa esigenza di farsi avanti di fronte alla procedura della liquidazio­ne di Montebellu­na, visto che il verbale fa riferiment­o «alle possibili opportunit­à di acquisto di partecipaz­ioni di minoranza nel gruppo, anche in vista di una complessiv­a operazione di riorganizz­azione». E che potrebbe di fatto risolvere una parte dei problemi proprio con la diluizione della quota in capo a quel che resta dell’ex popolare. E poi in ballo c’è il debito da 40 milioni, che si punta a ridurre, di Pfh1.

Operazione ovviamente che è un enorme problema per Veneto Banca, che non può seguirla. E che ha chiesto prima il rinvio dell’assemblea dal 3 al 17 maggio e poi ulteriori chiariment­i, con una lettera del 15 maggio, per poter decidere. E infine ha votato contro il 5 giugno. E che pone le due procedure in una corsa incrociata contro il tempo per vedere quale delle due chiuderà prima, annullando gli effetti dell’altra.

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