Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Transeco, terzo rogo in 7 anni
ZEVIO (VERONA) Sessanta tonnellate di rifiuti speciali parzialmente bruciati, un cumolo accatastato in un capannone in attesa del trattamento e dello smistamento. La ditta coinvolta è la Transeco, controllata di Amia e di Agsm, dove per la terza volta in sette anni è scoppiato un incendio. Questa volta, i vigili del fuoco sono riusciti a evitare il peggio. L’allarme è arrivato attorno alle 9,30 e quando la squadra è arrivata sul posto ha trovato la struttura (aperta, cioè senza una parete, su di un lato) ancora integra e i rifiuti non del tutto bruciati. Nel giro di mezzora il rogo è stato completamente domato. È seguita un’ispezione dell’Arpav: i tecnici hanno portato a termine delle rilevazioni con strumentazione da campo che si sono concluse senza registrare valori anomali. L’agenzia regionale non ha ritenuto opportuno, proprio a causa dei valori molto bassi di inquinanti, effettuare ulteriori campionamenti dell’aria nella zona circostante.
La maggior parte dei rifiuti coinvolti, circa quaranta tonnellate risulta essere scarti di ditte meccanica, al conto si aggiungono 4,5 tonnellate di rifiuti ingombranti e 24 di imballaggi misti. Sempre secondo la relazione dei tecnici Arpav, il quantitativo di rifiuti presente nell’impianto era inferiore al limite posto dal certificato di prevenzione incendi e non superava quello imposto dall’autorizzazione all’esercizio. Sembrerebbe tutto a posto, quindi, sul versante della prevenzione. Resta il fatto, però, che già in altre due occasioni, la Transeco era stata interessata da incendi. Quello del 2011, secondo la perizia finale dei vigili del fuoco, era avvenuto per «autocombustione», dunque era stato escluso il dolo. Aveva fatto molta più paura, invece, l’episodio del 2015, quando le fiamme avevano coinvolto uno stock di bolle di carta destinato al macero, complessivamente migliaia di tonnellate. Anche in quella circostanza, non è stato provata l’azione dolosa. Ma nel 2015, a pochi mesi di distanza, seguirono altri roghi del genere, sempre in ditte di trattamento di rifiuti e ci fu chi ipotizzò potesse esserci la mano della criminalità organizzata.
Ieri è stato l’assessore regionale all’ambiente, Gianpaolo Bottacin, ad avanzare sospetti: «Quello degli incendi negli impianti di trattamento dei rifiuti è un fenomeno che ci preoccupa particolarmente e non vogliamo lasciare nulla al caso. Per questo abbiamo appena approvato un delibera, in accordo con Anci, vigili del fuoco, Arpav e carabinieri, per definire le linee guida da seguire in caso di incendi di questo tipo. Prevediamo di rendere obbligatoria anche la videosorveglianza. Serve la massima trasparenza in un ambito che potrebbe attirare l’interesse anche della malavita organizzata».