Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Argos e incompetenza sui canali caos multe, centinaia di ricorsi
Sanzioni annullate ai diportisti: deve farle il Provveditorato. Linetti: soldi allo Stato
VENEZIA Non appena ricevono la multa a casa, corrono dall’avvocato e fanno ricorso. I vigili non hanno mai avuto vita facile con le contravvenzioni in laguna: da sempre ci sono contenziosi, ma ora è guerra aperta, con centinaia di sanzioni impugnate al giudice di pace, che spesso dà ragione ai multati. Sono due le tipologie di ricorsi più frequenti: contro le registrazioni di Argos, il sistema di videosorveglianza di canali e rii comunali, e contro le contravvenzioni dei vigili in acque che non competono a Ca’ Farsetti e che, quindi, a detta dei giudici di pace non potrebbero essere incassate dal Comune. «Solo per la contestazione sulle competenze stiamo seguendo più di cento ricorsi», spiega l’avvocato Jacopo Molina, che di recente è riuscito a far annullare 13 verbali, che seguono altri due nel febbraio 2017.
Molina fa leva sul fatto che le competenze sulle acque veneziane sono divise tra più enti e, ad esempio, il canale di Tessera, dove spesso i vigili effettuano controlli e rilievi, fa capo al Provveditorato ai lavori pubblici. Si badi bene, il Comune può multare chi trasgredisce le regole, ma, per Molina e per il giudice di pace, dovrebbe trasmettere i verbali a Palazzo dei Dieci savi. «Come fanno polizia e carabinieri», sottolinea l’avvocato». Ca’ Farsetti non è d’accordo e tira dritto: «Andremo in appello», fa sapere. Per i primi due ricorsi vinti un anno fa, l’avvocatura civica ha impugnato la sentenza e entro fine anno dovrebbe arrivare la decisione. «Con il Provveditorato siamo già d’accordo di definire un protocollo di intesa per dirimere la questione dice lo staff del sindaco Luigi Brugnaro - Attendiamo l’esito dei due appelli per definire il documento». Il tema è squisitamente politico: i ricorsi giocano appunto su un tema spinoso, quello delle competenze sulla laguna che l’amministrazione chiede che siano accorpate e date ad un unico ente, la Città metropolitana, come previsto quattro anni fa dal decreto legge 90 che, dopo lo scandalo Mose, cancellò il Magistrato alle Acque e ne trasferì le competenze a Ca’ Corner: ma i decreti, previsti per il 2015, non sono mai stati approvati. In realtà il provveditore Roberto Linetti, pur non essendo d’accordo con la decisione del giudice di cancellare le multe (e peraltro nemmeno con le deleghe all’ex Provincia), tira dritto: «I soldi delle multe fatte in laguna vanno allo Stato - spiega l’hanno detto l’Avvocatura e i giudici più volte». E anche dagli uffici ricordano che le altre forze dell’ordine così fanno.
«Ma anche se fosse stato tutto passato alla Città metropolitana
Scontro politico Guerra sulle deleghe dell’ex Magistrato alle Acque
- continua Molina - il Comune continuerebbe a non poter incassare le multe e gestire le pratiche». Altro capitolo, Argos, la cui storia è stata fin dall’inizio travagliata. Accese nel 2008, le telecamere di lì a poco sono state spente per la privacy. Nel 2014 è arrivato il via libera del garante, ma il codice della navigazione non hai mai previsto controlli tra rii e canali come sulle strade e i rilievi di Argos sono stati acconsentiti da Roma «in analogia» con il codice della strada: le telecamere però non sono omologate e tarate come gli autovelox. Un mese fa, il tribunale, in appello, ha dato ragione, per la prima volta, al Comune e la sentenza sarà usata nei prossimi ricorsi. «Se le competenze fossero unificate, i problemi si ridurrebbero», dicono da Ca’ Farsetti. I vigili, invece, attendono i decreti attuativi del nuovo codice della navigazione che introduce alcol e drugtest, autovelox e patentino come per gli scooter. «C’è solo una soluzione: gps obbligatorio su tutte le barche», dice il presidente della Municipalità di Venezia Giovanni Andrea Martini.