Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Martina nomina il friulano Coppola commissario del Pd metropolitano
Baretta: congresso unitario. Rosteghin: purché partecipi qualcuno
Voto 2020 Dal congresso deve uscire il progetto per il voto del 2020
VENEZIA Pd metropolitano commissariato, sarà il friulano Paolo Coppola a traghettare il partito verso il congresso fissato per ottobre. Docente di Informatica all’università di Udine, renziano vicino a Ettore Rosato e Debora Serracchiani ed ex deputato che nella scorsa legislatura ha presieduto il tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale, Coppola è passato alle cronache in due occasioni: per aver denunciato che nella pubblica amministrazione la digitalizzazione ha attraversato 25 anni «di occasioni sprecate, con una visione antiquata e una delega quasi totale del know how al mondo dei fornitori» e per aver lasciato a bocca aperta l’allora vicepresidente della Camera Luigi di Maio. Nel prendere la parola per perorare la causa di governare i processi di robotizzazione del Paese, esordì infatti con una voce umanoide che, al confronto, Siri sembrava nata in Brianza.
La nomina di Coppola è stata decisa dal segretario Maurizio Martina e annunciata un paio di settimane fa dal segretario organizzativo Gian Pietro Dal Moro; rimasta per giorni sotto traccia, è diventata di pubblico dominio nelle ultime ore, quando molti hanno cominciato a chiedersi quando il garante si sarebbe palesato in federazione. A breve, assicurano dalla dirigenza: ha appreso della nomina mentre era all’estero e la prossima settimana si vedrà nella sede di piazzale Bainsizza. La deputata Sara Moretto lo conosce dalla scorsa legislatura: «Una persona equilibrata, operativa, che conosce il territorio del Nordest e ha esperienza di commissariamenti per essere stato commissario del terzo Municipio a Roma», spiega. Il suo compito è avviare il Pd al congresso provinciale per eleggere il nuovo segretario dopo le dimissioni di Gigliola Scattolin. «In vista delle elezioni comunali e regionali del 2020 è auspicabile che sia un congresso quanto più possibile unitario – invita l’ex sottosegretario Pier Paolo Baretta – Dopo il risultato elettorale di marzo, il Pd deve ripartire dai contenuti perché le strategie delineate nel congresso costituiranno il programma delle comunali di Venezia 2020». E sbagliare ancora non si può. Il problema, dice Emanuele Rosteghin (area Orlando) è il morale delle truppe. «I fischi a Genova, il Pd colpevole di tutto, la sconfitte: tutti auspichiamo l’unità ma sono ancora scottato dalla scena dell’assemblea provinciale di giugno: era deserta, si presentò solo il 28%. La base va motivata e ai dirigenti chiedo uno sforzo affinché agli iscritti venga voglia di esserci, di alzare la testa., Altrimenti celebreremo un congresso vuoto». Tra pochi intimi.