Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il caso Idrovia: cavalcavia vecchi da controllare
Da qualche mese, alle riunioni della conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta, ne parlavano. Ma ora, con il crollo del ponte Morandi di Genova, Andrea Danieletto, primo cittadino di Vigonovo, rilancia l’allarme: «I ponti dell’idrovia Venezia-Padova hanno mezzo secolo, richiedono le dovute manutenzioni e non sappiamo se la Città metropolitana, a cui sono affidati, le stia facendo». Si tratta di 8 ponti, costruiti nel contesto di quella che doveva essere una sorta di «autostrada sull’acqua» per trasferire le merci tra il porto di Venezia e l’interporto di Padova, togliendo così i camion dalle strade. Peccato che il progetto non sia mai stato concluso e molti ponti superino prati d’erba che l’acqua non l’hanno mai vista. «Quel progetto deve ripartire perché è importantissimo - dice Danieletto - e sarebbe anche l’occasione per sistemare i ponti». Proprio per questo il sindaco di Vigonovo, l’unico pentastellato della zona, si sta confrontando con il governo «amico» per fare da referente sulla questione, anche con chi, per esempio gli imprenditori, potesse essere interessato all’investimento.
Ieri intanto il Codacons ha annunciato che farà una diffida al prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, chiedendo la chiusura per un mese di due ponti che – per l’associazione – sarebbero a rischio: il ponte della Vittoria a San Donà di Piave e il ponte del Musichiere a Chioggia. In questo modo si potrebbero fare le verifiche necessarie. «Non mi risulta sia a rischio, ma è dell’Anas, che proprio in queste settimane ha avviato una manutenzione prevista da anni», rassicura il sindaco sandonatese Andrea Cereser. Idem per il manufatto chioggiotto. «Alcuni mesi fa abbiamo imposto il senso unico alternato per evitare il sovraccarico - dice l’assessore ai lavori pubblici Elga Messina - dopo che avevamo chiesto più volte al Provveditorato di controllare lo stato di salute. Ma non direi certo che è a rischio crollo». (a. zo.)