Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Decolla la vendemmia «Un’annata da ricordare»
Colli Euganei, il debutto delle viti resistenti alle malattie
Le prime uve sono già state raccolte, si prospetta un 2018 record.
Le prime uve bianche, quelle che finiranno nei bicchieri con le magiche bollicine degli spumanti, sono già state raccolte. Sono le bacche di Pinot e Chardonnay, che subito dopo Ferragosto hanno iniziato a fluire nelle cantine. Per l’uva Glera, quella da cui nasce il Prosecco, serve pazientare ancora alcuni giorni, verso fine agosto i pionieri inizieranno a raccoglierla, mentre ai primi di settembre si inizieranno a vedere i consueti e febbrili movimenti sulle colline di Valdobbiadene. Stesse scene che si vedranno in Valpolicella la settimana successiva, a partire dal 10 settembre. Ma sulle date esatte c’è ancora incertezza: decisivi per i viticoltori della Docg del Prosecco, per esempio, due incontri, indetti dalla commissione tecnica del Consorzio per il 28 e 29 agosto, rispettivamente a San Pietro di Feletto e a Valdobbiadene.
La vendemmia in Veneto entra così nel vivo in queste ore. Le attese sono enormi. A oggi, infatti, dopo l’«anno orribile» del 2017, stando alle previsioni di Veneto Agricoltura si annuncia produzione in aumento (+12/15%, ma con punte anche superiori) e di buona qualità sui quasi 100.000 ettari del Veneto - al 90% a denominazione -, che si conferma prima regione vitivinicola italiana (previsti quest’anno circa 13 milioni di ettolitri di vino) e quarta potenza mondiale per quanto riguarda l’export di vino (2,13 miliardi di euro). La vendemmia 2018 peraltro sarà ricordato anche per una novità sui Colli Euganei: ha debuttato il primo vitigno resistente alle malattie, una vite di nuova generazione che non richiede particolari trattamenti e permette una maggiore sostenibilità ambientale. Pioniera di questa speciale varietà, selezionata dall’Università di Udine, è l’azienda «Parco del Venda» di Vo Euganeo, che tre anni fa ha messo a dimora circa quattromila viti e che in questi giorni ha raccolto l’uva merlot e cabernet, maturata in anticipo rispetto agli altri rossi. «Si tratta di viti in grado di resistere alle malattie fungine più comuni come l’oidio e la peronospora - spiega Michael Toniolo di Parco del Venda -. Presentano inoltre una quota preponderante di genoma di vitis vinifera e una quota del tutto minoritaria, non più del 510%, appartenente ad altre vitis, portatrici di geni di resistenza».
Nell’attesa che i vitigni resistenti facciano la loro strada – tra gli esperti del settore c’è chi immagina che nel medio periodo possano addirittura sostituire i classici impianti – gli addetti ai lavori continuano a scrutare con ansia il cielo in questi giorni. Ormai sembra scongiurato ogni evento meteorologico drammatico, servirebbe forse un po’ di pioggia - che infatti, secondo le previsioni, sta arrivando con il fine settimana - ad allentare lo stress idrico di una estate molto calda. Ma la qualità sarà eccellente. Ne parla per esempio Armando Serena, presidente del consorzio del Prosecco Docg di Asolo: «Aspettative ottime, sia per quantità che, soprattutto, per qualità - spiega -. Il sole, le piogge e le notti fresche si sono avvicendati con frequenza pressoché perfetta. Salvo eventi ormai poco probabili, il 2018 sarà un millesimo da ricordare». Conferma Innocente Nardi, numero uno della Docg Conegliano-Valdobbiadene: «Lo stato sanitario delle uve è ottimale, serve giusto un po’ di pioggia e un abbassamento delle temperature. Stimiamo un incremento della quantità tra il 3 e il 5%». In pianura, si attende l’ennesima produzione record per il Prosecco Doc. Il presidente del Consorzio, Stefano Zanette: «Abbiamo una stima produttiva a 3 milioni e mezzo di ettolitri, oltre ad avere già chiesto una riserva vendemmiale di quattrocento mila ettolitri. Stimiamo crescite dell’imbottigliato che a poco a poco ci porteranno a varcare la soglia del mezzo miliardo di bottiglie».
Si sorride anche nel Veronese. Daniele Accordini è il direttore della cantina di Negrar, realtà storica dell’Amarone. «La quantità è superiore allo scorso anno del 15% - spiega -. Questa annata privilegerà le uve di collina su quelle di pianura. Allo stato attuale possiamo dire di un grado zuccherino inferiore allo scorso anno ma di una maggiore acidità e di un contributo fenolico nella norma. Si prevede quindi un’annata di Amaroni di grande longevità».
Stime trionfali che vanno ovviamente pesate in confronto allo scorso anno, quando si registrarono cali di produzione notevolissimi. Ma l’emozione del raccolto dell’uva è sempre forte. E allora va citata la quarta edizione della «vendemmia sotto la luna» alla Vigna di Sarah, prevista per il prossimo 31 agosto a Cozzuolo (Vittorio Veneto), ideata per sfruttare le più fresche temperature della notte, in modo da rallentare il processo di fermentazione delle uve appena raccolte.