Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il conflitto degli assessori-architetti l’Ordine indaga sul caso Quarto
Controlli dopo un esposto. M5s: verifiche su tutti anche a Venezia
VENEZIA L’ordine degli architetti ha avviato controlli formali sulla situazione di Claudio Grosso, sindaco di Quarto d’Altino che, nel corso del mandato, ha presentato al Comune del quale è primo cittadino alcuni progetti firmati come privato professionista: cambi di destinazioni d’uso e manutenzioni. «Faremo approfondimenti per appurare – annuncia la presidente Anna Buzzacchi - Se troverò estremi, invierò al consiglio di disciplina. La regola c’è e va rispettata». La regola del codice deontologico riprende il comma 3 dell’articolo 78 del Testo Unico sugli Enti Locali: «I componenti la Giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato». Non significa che devono chiudere lo studio e andare falliti ma che possono presentare progetti in altri Comuni o nel proprio se hanno deleghe come Servizi Sociali o Istruzione. L’urbanistica è materia ostica, da addetti ai lavori, tanto che negli anni a Venezia molti professionisti hanno avuto la delega: Roberto D’Agostino, Gianfranco Vecchiato, Guido Zordan; oggi la carica è di Massimiliano De Martin, ex presidente dei geometri. E il Movimento 5 Stelle annuncia verifiche: «Faremo richiesta di accesso agli atti su eventuali progetti protocollati dall’assessore, dal delegato all’innovazione Luca Battistella, dall’architetto Nicola Picco, segretario dell’Ordine e presidente di Insula, dall’ingegnere Andrea Berro, amministratore di San Servolo, da Lorenza Lavini, geometra e presidente della commissione Urbanistica – enumera il consigliere Davide Scano - È una questione di opportunità: come fa un tecnico che controlla i progetti a mettere i bastoni tra le ruote a gente che li amministra?». «Si può benissimo dire di no al progetto di un assessore – avverte la presidente dell’ordine Buzzacchi – Ma perché ci deve essere un ricatto politico? Se il progetto vale, lo si approva, altrimenti no». La regola deontologica il sindaco Grosso la conosce bene, tanto da non aver presentato progetti dal momento dell’elezione – giugno 2016 - fino a febbraio 2017, quando ha avuto il parere del segretario generale sull’incompatibilità e, cedute le deleghe su Urbanistica ed Edilizia privata, ha tenuto i Lavori Pubblici. «Io sono un architetto che fa anche lavori pubblici, sono la mia passione e infatti da sindaco ho dato via a molti cantieri. Ma da allora non posso più presentare progetti in nessuno dei 44 comuni della Città Metropolitana – mette in chiaro – E dagli uffici che esaminano le mie pratiche mi aspetto il massimo rigore: i miei documenti li devono guardare con maggiore attenzione. A mia stessa tutela». Il conto dei progetti presentati lo stanno facendo in queste ore. «Pochi, solo pratiche pregresse: facendo il sindaco, la professione ci sta rimettendo. Ma io amo Quarto, vivrò sempre qui e non voglio neanche un’ombra di sospetto sulla mia reputazione». «Dal 2 luglio 2015 ho presentato zero pratiche, sono solo in studio e non ho personale: ci sto rimettendo, professionalmente – fa eco De Martin – Scano faccia pure l’accesso agli atti, l’amministrazione non ha nulla da nascondere».
Grosso Sono tutte cose pregresse. Sono il primo a chiedere rigore, vivo qui e non voglio ombre