Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stone, il figliol prodigo «La Reyer è casa mia»
VENEZIA Se ne era andato nel bel mezzo della scorsa estate fra lo stupore generale. Attratto dal fascino dell’Nba, ma anche turbato per la malattia del padre. A distanza di un anno, Julyan Stone però è di nuovo sul parquet del Taliercio, pronto ad andare a riprendersi quello scudetto che lui aveva contribuito a conquistare nel 2017. Per raggiungere la città lagunare ha dovuto vivere una vera e propria odissea, fra voli in ritardo, guasti, atterraggi di emergenza e notti in aeroporto. Ma per la «sua» Reyer si sopporta anche un viaggio del genere: «I tifosi mi scrivevano, perché avevano paura che non tornassi, e invece eccomi qui» dice Stone. Il passato, è ormai alle spalle, ma c’è un grande senso di gratitudine da parte del play americano nei confronti della Reyer e della sua gente: «L’anno scorso non avrei mai pensato di tornare a Venezia, perché è stato un periodo molto difficile per me e la mia famiglia, ma non è mai venuto a mancare il rapporto con la società e la passione per questo ambiente, i tifosi e la città è sempre rimasto acceso. Poi nel corso della stagione ho pensato a quello che era successo, e non posso che essere felice di avere questa maglia».
Da ora dunque c’è da pensare alla prossima stagione, la prima che Stone vivrà dall’inizio, dopo che nelle precedenti era arrivato al volo: «Questo ci permetterà di legare meglio dentro e fuori il campo ma non è settembre il momento in cui dovremo essere pronti, ma in primavera quando si giocheranno le partite decisive». E sugli obiettivi, Stone, non ha davvero dubbi: «Voglio provare a rivincere lo scudetto con la Reyer: sappiamo che Milano è una squadra fortissima, ma questo ci deve dare ulteriori motivazioni. Abbiamo una squadra formata da giocatori altruisti, e credo che questo sia fondamentale per provare a vincere».