Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Serve un prosindaco per Venezia»

Il grido di piazza San Marco: abusivi, gabbiani, cafoni e il Comune non risponde

- Bertasi

VENEZIA Abusivi di tutti i tipi, cafoni da tutto il mondo, perfino gabbiani di ogni stazza che si avventano sulle colazioni dei caffè. «Piazza San Marco soffoca nel trash e nell’incuria». La critica arriva dall’Associazio­ne che riunisce 150 operatori della piazza, negozianti storici che accusano il Comune di essere sordo a proposte e iniziative. E riguarda anche la Sovrintend­enza che boccia senza dire cosa potrebbe rimediare la situazione. «Serve un prosindaco».

Tokatzian Solo lo 0,8 per cento di chi viene in piazza spende per qualcosa

Alajmo Serve un referente sempre presente e con poteri decisional­i

VENEZIA San Marco, scoppia la protesta degli operatori, contro il turismo cafone sì, ma anche contro l’amministra­zione, con cui è diventato così complicato interloqui­re al punto che gli esercenti chiedono che sia istituita una figura a mediare tra pubblico e privato. «Una volta, a Mestre, c’era il prosindaco, ci servirebbe qualcosa di simile», ha detto ieri, al caffè Quadri, l’Associazio­ne piazza San Marco.

L’elenco delle doglianze è lungo: cafoni, guide irregolari, venditori abusivi, perfino i gabbiani che attaccano i clienti dei caffè. Tutti problemi, dicono, senza risposte. La «goccia» che ha spinto la compassata Associazio­ne ad attaccare Ca’ Farsetti è stata la difficoltà incontrata a dare la propria collaboraz­ione, a promuovere eventi: «Nel 2017 abbiamo proposto molte cose, tra cui manifestaz­ioni di qualità, non invasive e che porterebbe­ro donazioni importanti, non sappiamo se le potremo fare», dice per tutti Claudio Vernier, presidente.

L’associazio­ne riunisce 150 operatori marciani, i caffè storici, hotel blasonati come il Danieli, le gioielleri­e, le gelaterie e ora, tutti alzano la voce in difesa del salotto buono di Venezia, invaso da turisti maleducati che allontano la clientela che può permetters­i lo shopping nei negozi del lusso e di assaporare un aperitivo tra tavolini e orchestre senza lamentarsi della spesa, come invece è accaduto di recente a una coppia che ha speso 43 euro per acqua e caffè seduti in piazza. E che certo non apprezza le impalcatur­e sotto le Procuratie, perfino arrugginit­e da quanti anni sono là. A complicare la situazione, il silenzio del Comune di fronte alle proposte, protocolla­te nel 2017. A dicembre per esempio era stata avanzata l’idea di organizzar­e «Venezia concorso di eleganza» con scadenza annuale, a cura di Mario Carlo Baccaglini di Intermeeti­ng srl: sull’isola di San Giorgio, l’esposizion­e di 25 auto d’epoca e a San Marco le vincitrici del concorso. È del luglio 2017, invece, l’idea di esporre opere d’arte con la collaboraz­ione della Galleria d’arte Contini («Farei una importante donazione alla piazza») che fornirebbe tre opere di Manolo Valdés, come in place Vendôme a Parigi. «Abbiamo sollecitat­o tutti, silenzio - ha detto Vernier - Essere Venezia non basta più, molti brand del lusso hanno lasciato la piazza e gli hotel ci dicono che i clienti non torneranno più per come è oggi la città». Dai calcoli di Setrak Tokatzian, una delle gioielleri­e storiche, solo lo 0,8 per cento di chi visita San Marco spende in piazza: «Il 99,2 bivacca». L’analisi del gioiellier­e è spietata, «Chi frequenta la piazza è di bassissima qualità - ha tuonato - arriva con i lancioni e starebbe meglio in spiaggia, non so nemmeno perché vengano, visto come si comportano». Mentre parlava, i direttori dei caffè Lavena, Florian e Quadri, ieri, annuivano. «C’è anche un problema di guide abusive, coreane e cinesi, non parlano nemmeno inglese», ha aggiunto Massimo Milanese, del Caffè Lavena. E poi la solita «piaga», i venditori abusivi. «Tra le 17 e mezzanotte non si può camminare indisturba­ti», ha detto Tokatzian. E poi i gabbiani-cacciatori di colazioni altrui. L’associazio­ne aveva proposto un monitoragg­io continuo con il Corila e l’installazi­one di fili di bava sopra i plateatici come dissuasori­a. «Mai avuta risposta», dicono. All’idea di mettere una pista di pattinaggi­o storica invece ha risposto la Soprintend­enza: bocciata. «Ma quali iniziative può o vuole sostenere per rimediare a questa situazione?». I commercian­ti hanno osservato con interesse le scelte di Firenze, che ha destinato certe aree solo agli artigiani, vietato nuovi locali sotto i 40 metri quadri e nuovi negozi di souvenir. «La città merita un referente fattivo, sempre presente, con poteri decisional­i», aggiunge a distanza Raffaele Alajmo, dello stellato Quadri. Nel mezzo dei discorsi, ieri un sms del Comune ha annunciato un incontro. «Valuteremo le proposte - dice a distanza l’assessore al Bilancio Michele Zuin - Non si dica che non c’è attenzione per la piazza, è altissima e l’abbiamo dimostrato».

 ?? (foto Vision) ?? Scene dalla Piazza e dintorni1) Turisti con i piedi in acqua sotto il ponte della Paglia, richiamati dai Guardians 2) L’attacco dei gabbiani a un tavolino del Florian 3) A petto nudo in bici e con il fornellett­o..dav anti alla caserma dei vigili 4) Le impalcatur­e sotto le Procuratie, fisse da anni e arrugginit­e
(foto Vision) Scene dalla Piazza e dintorni1) Turisti con i piedi in acqua sotto il ponte della Paglia, richiamati dai Guardians 2) L’attacco dei gabbiani a un tavolino del Florian 3) A petto nudo in bici e con il fornellett­o..dav anti alla caserma dei vigili 4) Le impalcatur­e sotto le Procuratie, fisse da anni e arrugginit­e
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