Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La Città giardino ora è monumento Mai più demolizioni e modifiche
Il ministero dichiara il cuore di Marghera «di notevole interesse pubblico»
Bettin
È il primo luogo moderno tutelato. Un riconoscimento al suo valore storico
MESTRE Ci sono voluti quasi venticinque anni, ma alla fine Marghera ce l’ha fatta e ora la Città giardino, il cuore della municipalità con le sue villette liberty degli anni Venti e i viali alberati sono vincolati, al pari di un monumento veneziano. Il ministero per i Beni e le attività culturali ha infatti riconosciuto «il notevole interesse pubblico del quartiere città giardino», pensato da Emilio Emmer nel 1920 sulla scorta delle teorie urbanistiche di Ebezer Howard, che a Londra sono state concretizzate a Welwyn e Letchworh. Le villette di Marghera non potranno, cioè, essere abbattute ma anche per qualsiasi modifica e per aprire cantieri servirà sempre l’autorizzazione paesaggistica. «È il primo luogo moderno tutelato», dice entusiasta il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin, che nei primi anni Novanta ha sostenuto, nel ruolo di prosindaco di Mestre, la richiesta di proteggere la Città giardino dal rischio di demolizioni e abbattimenti. «Già Antonio Casellati (sindaco tra il 1987 e il 1990, ndr) aveva posto dei vincoli di tutela - sottolinea Bettin - nel 1993 però con il commissario Paolo Troiani quel vincolo è venuto meno e abbiamo perso almeno due edifici, tra cui villa Pancera, al suo posto è stata realizzata la banca a fianco della chiesa di Sant’Antonio». Quando Massimo Cacciari, nel dicembre del ’93, fu eletto sindaco per la prima volta le dimore storiche di Marghera sono state, di nuovo, protette ed è partito l’iter per il riconoscimento dell’interesse pubblico. La Regione Veneto, però, si oppose perché la Città giardino, come tutta la Municipalità di Marghera, rientra nel Palav (Piano di area della laguna e dell’area veneziana) e quindi non sarebbero servite protezioni aggiuntive.
Il Comune, sostenuto dalla Soprintendenza, non ha tuttavia gettato la spugna e, due giorni fa, il 23 agosto, la Gazzetta ufficiale ha pubblicato il riconoscimento: «L’insediamento si caratterizza per interventi privati a villini e palazzine, costruzioni che si rifanno alla tarda stagione dell’eclettismo e del liberty con riferimenti venezianeggianti si legge - rari esempi di architettura razionalista, di notevole pregio, perciò si dichiara che l’area denominata “quartiere giardino” presenta notevole interesse pubblico». A convincere il Ministero, insieme alla constatazione del valore dei manufatti, è stato anche Palazzo Ducale che ha segnalato come abbia dovuto intervenire d’imperio per impedire sette interventi che avrebbero stravolto la faccia del cuore di Marghera.
«Il riconoscimento di “interesse pubblico” rappresenta un prestigioso e importante atto che sottolinea il valore dell’esperienza storica di Marghera città - commenta Bettin - e individua nella tutela della sua parte storica e nella riqualificazione dell’intera area urbana la strada maestra per restituire dignità e qualità sociale, architettonica e urbanistica a una realtà chiave della modernità veneziana e italiana». Unico neo, per il presidente: «Il progetto Emmer, con il fascismo, non fu ultimato». (g. b.)