Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Padre e figlio arrestati per la truffa dell’incidente
PORTOGRUARO I nomi li sceglievano tra le schermate delle Pagine bianche, poi scattava la telefonata, trafelata e urgente, fatta a nome di un avvocato o addirittura di un qualche ufficiale dei carabinieri che, preoccupatissimo, raccontava di un famigliare coinvolto in un grave incidente e della necessità di pagare una qualche forma di cauzione per evitargli la galera. Se tutto andava a buon fine, se all’altra cornetta la vittima aveva «abboccato», bastava presentarsi alla sua porta di casa, sfoggiare un’espressione ansiosa ma responsabile, e passare all’incasso. In questa maniera due truffatori originari di Napoli ma più che abituati ad agire come «pendolari» avrebbero sottratto ad anziani di tutta Italia un totale di almeno 25 mila euro, tra contanti e preziosi: per pagare una cauzione, assicuravano ai loro bersagli, andava bene tutto, purché di valore. Ciro e Mario Gallo – padre e figlio, rispettivamente di 52 e 29 anni – sono però stati arrestati dai carabinieri di Napoli, che ieri mattina hanno fatto scattare i domiciliari al termine di un’indagine avviata dai colleghi di Portogruaro, con cui hanno collaborato per poter ricostruire gli spostamenti e il modus operandi dei due pregiudicati. Il primo caso di questo tipo era stato segnalato a San Stino di Livenza, da una famiglia che non aveva creduto alla bugia telefonica. Era l’ottobre del 2017, il gruppo di malviventi – c’erano anche un altro paio di complici – si è tenuto impegnato fino al gennaio di quest’anno, eppure in questo breve lasso di tempo ha colpito diverse persone, tra San Vito al Tagliamento (Pordenone), Ceggia, San Donà di Piave, Martignacco (Udine), Casarsa della Delizia (ancora a Pordenone), Taranto, Squinzano (Lecce), Scorzè. In una giornata arrivavano a superare le cento telefonate, ma quando pensavano che un territorio fosse stato già «spremuto» a sufficienza non esitavano a spostarsi, cambiando provincia, regione ma non il metodo. I due Gallo potrebbero essere anche legati ad un’altra coppia di truffatori, sempre campani, arrestati a metà giugno nell’ambito di un’indagine nata a Pordenone: Leonardo Musdace (22 anni) ed Eduardo Cannavaciuolo (34 anni) seguivano lo stesso copione, e le forze dell’ordine sospettano un forte legame tra i due gruppi, tanto che le indagini sono state portate avanti in parallelo. (Gi.Co.)