Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cipolloni lascia PittaRosso «Pronto a una nuova sfida»
Gli succederà Pace. Il manager: «Sto valutando delle proposte su Padova»
PADOVA Dai 53 negozi del 2011 ai 240 previsti a fine anno, dai 100 milioni in scontrini battuti nel 2010 ad un fatturato atteso in 400 milioni alla chiusura di dicembre. Sono i dati che condensano il balzo in avanti compiuto da PittaRosso sotto la guida di Andrea Cipolloni, da ieri ex amministratore delegato della società di Legnaro. Il manager rimarrà a disposizione dell’azienda fino ad ottobre per agevolare l’ingresso del suo successore, Marcello Pace, e poi passerà al servizio di altri. Chi siano ancora non si sa. «Sto valutando seriamente alcune possibilità — dice soltanto Cipolloni — ma non mi dispiacerebbe continuare a far base su Padova». Rimanendo anche nel settore? «Non credo. Nel mio percorso sono passato dalla ristorazione, con Autogrill, all’elettronica di consumo alla profumeria. Ho sempre cambiato radicalmente campo».
Il periodo gestito in Pittarosso non è certamente stato un arco di tempo che possa passare inosservato. A cominciare dal fatto che l’inizio coincide con il passaggio integrale della società, creata 40 anni prima dalla famiglia Pittarello, dai fondatori a 21 Investimenti, sigla del Private Equity di Alessandro Benetton. Sono gli anni della prima robusta accelerazione con le campagne di comunicazione trainate dalla figura di Simona Ventura e con la progressiva espansione dei punti vendita dal Nord Italia alle altre regioni del Paese. Nel 2015 il secondo step con il trasferimento dell’azionariato di Pittarosso, per 300 milioni di euro, al fondo britannico Lion Capital, tuttora azionista unico. E i dipendenti, nel frattempo, raggiungono a quota 2.500 dai poco più di 600 del 2010. «Oggi il consumatore cambia orientamento con una velocità pazzesca, è continuamente connesso con le variabili di tutto il mondo — prosegue Cipolloni, analizzando le evoluzioni del mercato negli ultimi anni — e le aziende devono essere in grado di anticipare le tendenze. Credo che Pittarosso, interpretando le variazioni del mercato e delle mode, abbia veramente segnato un’epoca».
L’incognita di oggi, ma sotto il profilo squisitamente di assetti societari, è quanto rimarrà Lion Capital e se a succedergli sarà ancora un fondo d’investimento o si prospetta, invece, una quotazione. «L’unica opzione che ritengo di poter scartare — aggiunge Cipolloni — è che possa intervenire un partner industriale. Per il resto, altri soci di capitale o la Borsa penso siano soluzioni ugualmente realizzabili. Naturalmente la scelta toccherà al mio successore in un momento non prevedibile dato che, come accaduto per 21 Investimenti, anche con Lion non sono stati fissati termini di uscita». Nessuna preoccupazione, invece, pare debba esserci per le capacità del nuovo Ad, definito dal timoniere uscente «un manager molto strutturato, che ha lavorato in tutto il mondo in posizioni apicali per tantissimi anni ed in aziende importanti come Bata. Sono convinto — chiude Cipolloni — che Pace sia l’uomo giusto per garantire continuità ma anche innovazione e miglioramento qualitativo».