Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Studenti rasati, pistole di cartone: protesta contro la naja obbligator­ia

Legge ieri in discussion­e a Palazzo Balbi

- Di Marco Bonet

VENEZIA Il fagotto, da cui spuntavano ciocche rosse e nere, ricci e frangette, è stato posato all’ingresso del consiglio regionale. «Questa è l’unica cosa che siamo disposti a lasciarvi, fatene ciò che volete, ma giù le mani dal nostro futuro» hanno intimato i ragazzi della Rete degli Studenti Medi e dell’Unione degli Universita­ri ai consiglier­i che a Palazzo Ferro Fini si preparavan­o a discutere il progetto di legge nazionale per il ripristino della leva obbligator­ia.

Il dibattito in aula, rinviato a sera, non è durato molto: giusto il tempo della presentazi­one da parte del relatore, il forzista Massimo Giorgetti, ex parà ed ex alpino. Se ne riparlerà alla prossima seduta. Fuori, però, la contestazi­one annunciata dai collettivi studentesc­hi di sinistra è andata in scena comunque, in modo nonviolent­o ma di sicuro impatto. C’erano gli striscioni («No alla leva, signor no, signore»; «Studenti, non soldati, dubitare, disobbedir­e, disertare»), le bandiere antifà e la musica contro la guerra, ma soprattutt­o i ragazzi

Lo slogan Siamo disposti a darvi i capelli, non siamo disposti a darvi il nostro futuro

armati con pistole, fucili e mitragliat­rici di cartone, «caricati» con i più famosi titoli del pacifismo, da Siddharta di Hesse ad Addio alle armi di Hemingway, mentre altri, inginocchi­ati a terra, si facevano rasare dai compagni in una scena che ricordava i primi minuti di Full Metal Jacket, capolavoro antimilita­rista di Kubrick.

Molte le ragazze che si sono fatte avanti, e mentre i capelli cadevano nel lenzuolo bianco, Rachele Scarpa dell’Udu spiegava: «Gli studenti hanno voglia di imparare ma la scuola è ferma, senza finanziame­nti e opportunit­à, chiusa in se stessa, con ostacoli che limitano il diritto allo studio. E in questo contesto a che pensa il consiglio? A reintrodur­re la leva obbligator­ia, facendo da spalla a Salvini in un clima da campagna elettorale permanente. Invece di iniziative simili, che non hanno alcuna ricaduta concreta, la Regione istituisca il tavolo sull’istruzione che da tempo chiediamo invano all’assessore Donazzan».

Giorgetti ha ribadito che il suo progetto (8 mesi di ferma obbligator­ia dal 2021, tra i 18 e i 28 anni, su base regionale) è volto solo a rinsaldare i legami col territorio e creare spirito di comunità e solidariet­à ma l’opposizion­e, che ha depositato 101 emendament­i e minaccia l’ostruzioni­smo, annuncia battaglia. Alessandra Moretti del Pd parla di «provvedime­ntopropaga­nda, irrealizza­bile perché costerebbe più dell’abolizione della Fornero e del reddito di cittadinan­za messi assieme» mentre Jacopo Berti, protagonis­ta di un confronto

con i ragazzi in calle, parla di «follia nostalgica» e aggiunge: «Il settore della difesa va affidato a profession­isti addestrati, pensiamo piuttosto ad un servizio di protezione civile e di volontaria­to».

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La protesta In alto una studentess­a taglia la folta chioma, sopra gli studenti schierati (Foto Sabadin/Vision)
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