Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Studenti rasati, pistole di cartone: protesta contro la naja obbligatoria
Legge ieri in discussione a Palazzo Balbi
VENEZIA Il fagotto, da cui spuntavano ciocche rosse e nere, ricci e frangette, è stato posato all’ingresso del consiglio regionale. «Questa è l’unica cosa che siamo disposti a lasciarvi, fatene ciò che volete, ma giù le mani dal nostro futuro» hanno intimato i ragazzi della Rete degli Studenti Medi e dell’Unione degli Universitari ai consiglieri che a Palazzo Ferro Fini si preparavano a discutere il progetto di legge nazionale per il ripristino della leva obbligatoria.
Il dibattito in aula, rinviato a sera, non è durato molto: giusto il tempo della presentazione da parte del relatore, il forzista Massimo Giorgetti, ex parà ed ex alpino. Se ne riparlerà alla prossima seduta. Fuori, però, la contestazione annunciata dai collettivi studenteschi di sinistra è andata in scena comunque, in modo nonviolento ma di sicuro impatto. C’erano gli striscioni («No alla leva, signor no, signore»; «Studenti, non soldati, dubitare, disobbedire, disertare»), le bandiere antifà e la musica contro la guerra, ma soprattutto i ragazzi
Lo slogan Siamo disposti a darvi i capelli, non siamo disposti a darvi il nostro futuro
armati con pistole, fucili e mitragliatrici di cartone, «caricati» con i più famosi titoli del pacifismo, da Siddharta di Hesse ad Addio alle armi di Hemingway, mentre altri, inginocchiati a terra, si facevano rasare dai compagni in una scena che ricordava i primi minuti di Full Metal Jacket, capolavoro antimilitarista di Kubrick.
Molte le ragazze che si sono fatte avanti, e mentre i capelli cadevano nel lenzuolo bianco, Rachele Scarpa dell’Udu spiegava: «Gli studenti hanno voglia di imparare ma la scuola è ferma, senza finanziamenti e opportunità, chiusa in se stessa, con ostacoli che limitano il diritto allo studio. E in questo contesto a che pensa il consiglio? A reintrodurre la leva obbligatoria, facendo da spalla a Salvini in un clima da campagna elettorale permanente. Invece di iniziative simili, che non hanno alcuna ricaduta concreta, la Regione istituisca il tavolo sull’istruzione che da tempo chiediamo invano all’assessore Donazzan».
Giorgetti ha ribadito che il suo progetto (8 mesi di ferma obbligatoria dal 2021, tra i 18 e i 28 anni, su base regionale) è volto solo a rinsaldare i legami col territorio e creare spirito di comunità e solidarietà ma l’opposizione, che ha depositato 101 emendamenti e minaccia l’ostruzionismo, annuncia battaglia. Alessandra Moretti del Pd parla di «provvedimentopropaganda, irrealizzabile perché costerebbe più dell’abolizione della Fornero e del reddito di cittadinanza messi assieme» mentre Jacopo Berti, protagonista di un confronto
con i ragazzi in calle, parla di «follia nostalgica» e aggiunge: «Il settore della difesa va affidato a professionisti addestrati, pensiamo piuttosto ad un servizio di protezione civile e di volontariato».