Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Home Festival al via «Giorno zero» con Ermal Meta
Serata gratuita con Rumatera ed Ermal Meta. Il vincitore di Sanremo: «In Italia è ancora possibile fare canzone d’autore, dipende se si cerca popolarità o successo». Domani sul palco della ex-Dogana saliranno Alt-J e White Lies
Il grande giorno è arrivato. Oggi «La Casa» aprirà le sue porte nell’ex Dogana di Treviso per il primo di cinque, intensissimi, giorni della nona edizione di Home Festival che vedrà il cartellone capitanato da Alt-J e White Lies (domani), The Prodigy e Incubus (venerdì), Eric Prydz e Afrojack (sabato), e Caparezza e Lo Stato Sociale (domenica) (info e programma completo su www.homefestival.eu). Il «Day 0» gratuito di stasera vedrà come headliner i veneziani Rumatera e il vincitore, insieme a Fabrizio Moro, dell’ultimo festival di Sanremo, Ermal Meta.
Ermal, è ancora possibile fare canzone d’autore in Italia?
«Certo. Se uno vuole farla, la può fare. Dipende da quello che si cerca, se la popolarità o il successo. Sono due cose molto diverse».
Francesco De Gregori ha detto che il ruolo che i cantautori avevano negli anni Settanta e Ottanta oggi appartiene ai rapper… lei è d’accordo?
«In parte sì. I rapper sono ascoltati molto dai giovanissimi e per questo chi fa questa musica ha una grande responsabilità. Sottolineo “in parte” perché non tutti i rapper sentono questa responsabilità, visto che tante canzoni parlano di cose che poco hanno a che fare con l’educazione. Quest’estate in Sicilia c’è stata una giovane musicista che è stata fortemente insultata dal pubblico; il rapper che si è esibito dopo non ha speso una sola parola. Io non avrei neppure cantato: i messaggi passano anche attraverso il comportamento degli artisti».
Qual è il complimento più bello che ha ricevuto per il suo lavoro e da parte di chi?
«Dopo la mia interpretazione di Amara terra mia, la si-
gnora Modugno mi disse che a Mimmo sarebbe piaciuta la mia versione. È stato davvero emozionante. Un’altra cosa che mi ha colpito sono stati i feedback da parte di tanti europei per Non mi avete fatto niente. Trovare le mie parole nelle vite degli altri è una cosa che mi riempie d’orgoglio, dà senso a quello che faccio».
Quando ha capito che «Non mi avete fatto niente» avrebbe potuto vincere Sanremo?
«Quando hanno iniziato a spararci addosso e siamo stati difesi con grande caparbietà dal pubblico, lì ho capito che poteva andare bene. Poi, come cantava qualcuno più intelligente di me, “se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre”: fa parte del gioco».
Come giudica la «rivoluzione» di Claudio Baglioni?
«È stato un Festival diverso, il fatto che il direttore artistico fosse un cantautore ha dato un altro peso alle canzoni».
A Lecce ha ricevuto la visita di Antonello Venditti, è vero che ricambierà il favore
all’Arena di Verona? Sa già che cosa canterete assieme?
«Deve rimanere una sorpresa, altrimenti il maestro mi ammazza (ride, Ndr). L’altro ospite è Francesco De Gregori e, quando l’ho saputo, ho chiesto ad Antonello se fosse davvero sicuro di invitare anche me… avrei visto volentieri il concerto anche dalla platea. Comunque sono onoratissimo di questo invito, per me è un regalo immenso».