Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I disegni dei bimbi ai marziani

Cheops partirà la prossima primavera

- di Alessandro Macciò

PADOVA Viaggiando nello spazio tra comete e meteoriti, il satellite della missione Cheops potrebbe avvistare un pianeta che gli strizza l’occhio e lo saluta con la mano, o una schiera di altri pianeti antropomor­fi che ridono e fanno le linguacce come le faccine di Whatsapp. L’Agenzia spaziale italiana ha presentato i 2700 vincitori del concorso per le scuole «Manda il tuo disegno nello spazio con Cheops», lanciato nel 2015 con l’Istituto nazionale di Astrofisic­a e l’Università di Padova: le opere scaturite dalla fantasia dei bambini sono state miniaturiz­zate su due piccole lastre di titanio e voleranno nello spazio con la spedizione dell’Agenzia spaziale europea (Esa), un po’ come le due placche con le immagini di un uomo e una donna lanciate con le sonde Pioneer negli anni Settanta per rappresent­are l’umanità a un ipotetico osservator­e alieno.

Dei 266 disegni italiani selezionat­i, realizzati soprattutt­o dai bambini delle scuole medie, 92 provengono dal Veneto e 45 dalla provincia di Padova: «I ragazzi hanno aderito con grande entusiasmo e si sono sbizzarrit­i con grande creatività, disegnando razzi, stelle, pianeti e omini strani», commenta Valentina Granata del dipartimen­to di Fisica e Astronomia del Bo. Il risultato, per certi versi, è stato sorprenden­te: «Mi ha colpito molto che i bimbi diano per scontata la presenza di altre forme di vita extraterre­stre, per lo più con atteggiame­nto di curiosità e amicizia - commenta Giampaolo Piotto, responsabi­le del gruppo di ricerca Cheops dell’ateneo patavino -. In pratica, i bambini hanno saltato un passaggio a cui noi stiamo cercando di arrivare scientific­amente. Noi selezionia­mo i pianeti per cercare segnali di vita, qualunque essi siano. Per i bambini è come se li avessimo già trovati». Lo scopo della missione infatti è quello di identifica­re molecole collegabil­i a forme di vita, dopo aver misurato i raggi dei pianeti extrasolar­i e aver così diviso i pianeti rocciosi da quelli gassosi. Il telescopio di Cheops è stato progettato da Roberto Ragazzoni (Osservator­io astronomic­o di Padova) e ha uno specchio principale di trenta centimetri, progettato sempre a Padova e assemblato dalla Leonardo di Firenze (ex Finmeccani­ca). Il gruppo padovano, incaricato di programmar­e l’utilizzo scientific­o del satellite e di identifica­re i pianeti extrasolar­i da studiare, la prossima settimana si sposterà a Ginevra per concordare la prima lista di oggetti da osservare. In primavera poi Cheops verrà lanciato dalla base di Kourout (Guiana Francese) e volerà ad un’altezza di 700 km, compiendo un’orbita completa attorno alla Terra in 90 minuti.

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In foto alcuni dei 92 disegni realizzati dai bambini veneti. Saranno miniaturiz­z ati e inseriti tra due lastre di titanio per viaggiare insieme alla sonda Cheops nello spazio

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