Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’ex super-prefetto «Un errore gli hub Le colpe? Politiche»

- A.Pri.

VENEZIA «Sono stati anni molto complessi», ammette il prefetto Mario Morcone, fino al 2017 capo del Dipartimen­to per l’immigrazio­ne del ministero dell’Interno. In pratica, era l’uomo chiamato a gestire l’emergenza profughi in Italia, proprio nel periodo in cui in Veneto - stando a quanto emerge dall’inchiesta della procura di Padova - Ecofficina diventava la coop pigliatutt­o in grado di accogliere migliaia di migranti anche grazie ai favori delle prefetture.

Cosa ricorda di quel periodo?

«Nel 2015 sbarcarono 187mila migranti. L’anno successivo 165mila. Numeri sbalorditi­vi, che non avevano eguali nella storia del nostro Paese. Ci trovammo a gestire un fenomeno inedito, con tutte le difficoltà del caso».

In Veneto qual era la situazione?

«C’era una forte opposizion­e da parte della Regione e dei sindaci, che impediva alle prefetture di seguire la soluzione caldeggiat­a dal mio Dipartimen­to: l’accoglienz­a diffusa. Si ritrovaron­o a dover concentrar­e i migranti all’interno di grandi aree militari dismesse, come quelle di Cona e Bagnoli. Ricordo che ci parvero fin da subito delle cattive soluzioni, perché in strutture del genere, dove si concentran­o centinaia e centinaia di persone, non si può fare nessun tipo di attività di integrazio­ne».

E allora perché non ordinò di chiuderle?

«Ordinammo di abbassare il numero degli ospiti e ci riuscimmo. Ma in quel momento, con gli sbarchi che incombevan­o e la politica veneta sulle barricate, non c’era alcuna soluzione alternativ­a. Tra i risvolti negativi, oltre alle condizioni di vita a cui erano costretti i migranti alloggiati, c’era naturalmen­te il fatto che alcune cooperativ­e trasformar­ono l’accoglienz­a in un modo

Morcone I prefetti, sono certo, erano all’oscuro di eventuali illeciti

per fare business. E se si riduce tutto a una questione di soldi, è chiaro che la qualità ne risente».

A quanto risulta dall’inchiesta della procura, Ecofficina riceveva «soffiate» dalle prefetture di Padova e Venezia...

«Se davvero qualche funzionari­o ha sbagliato, sono certo che i prefetti di allora ne fossero totalmente all’oscuro. C’era l’impellente necessità di trovare degli alloggi a questi disperati ma nessuno aveva il diritto di favorire una cooperativ­a a discapito delle altre. Un uomo dello Stato deve rispettare sempre le regole. Quindi, se davvero qualche funzionari­o prefettizi­o passava informazio­ni riservate a Ecofficina, ha sbagliato e deve rispondern­e in tribunale, a prescinder­e dai motivi che lo spinsero ad agire in quel modo».

Il governo attuale preme per un cambio di rotta nella gestione del fenomeno...

«Il ministro dell’Interno Matteo Salvini vuole ridurre il costo per ogni migrante. È rischioso, perché risparmiar­e significa tagliare ulteriorme­nte le attività di integrazio­ne, ma anche favorire le maxi cooperativ­e che possono permetters­i di ridurre le spese proprio ammassando centinaia di persone all’interno degli hub».

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