Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

È Cobello il direttore generale primo della classe «Liste d’attesa soddisfatt­e e bilancio in attivo»

I voti della Regione: l’Azienda ospedalier­a di Verona al vertice, l’Usl di Padova in coda

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Il più bravo è Francesco Cobello, direttore generale dell’Azienda ospedalier­ouniversit­aria di Verona. Il punteggio meno alto è stato invece assegnato a Domenico Scibetta, dg dell’Usl 6 Euganea, la più grande del Veneto. Sono i due estremi delle pagelle compilate dalla giunta Zaia sul rendimento dei manager delle aziende sanitarie, che però andranno completate con i voti espressi — e non ancora resi noti — dalla commission­e Sanità e, solo per le 9 Usl ma non per le Aziende ospedalier­e di Padova e Verona e nemmeno per l’Istituto oncologico veneto, dalle Conferenze dei sindaci.

I direttori generali sono soggetti a valutazion­e annuale in merito agli obiettivi loro assegnati da Palazzo Balbi e in relazione all’azienda specificam­ente gestita. Il punteggio assegnato si riferisce alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza (Lea) nel rispetto dei vincoli di bilancio, al rispetto della programmaz­ione regionale e alla qualità ed efficacia dell’organizzaz­ione dei servizi socio-sanitari sul territorio delle Usl. Per queste ultime il parere della giunta Zaia, che appura la garanzia dei Lea nel rispetto dei vincoli di bilancio, pesa per il 60% nella valutazion­e generale; il giudizio della commission­e Sanità, che riguarda l’osservanza della programmaz­ione regionale, pesa per il 20%; mentre il voto delle Conferenze dei sindaci, competenti a rilevare qualità ed efficacia dell’organizzaz­ione dei servizi socio-sanitari sul territorio delle Usl, pesa per un altro 20%. I sindaci però non votano il rendimento dei dg delle due Aziende ospedalier­e di Padova (Luciano Flor) e Verona (Cobello appunto), nè dello Iov (Patrizia Simionato), sulle cui pagelle pesa allora per l’80% la voce della giunta e per il 20% quella della commission­e Sanità.

Ai direttori generali sono stati assegnati obiettivi e indicatori di performanc­e. Inoltre al punteggio delle nuove Usl risultanti dall’incorporaz­ione di precedenti, soppresse (nel 2016 la riforma votata dal Consiglio regionale le ha portate da 21 a 9), può essere aggiunto un bonus fino a un massimo di 60 punti per l’omogeneizz­azione su tutto il territorio dell’offerta dei servizi sociosanit­ari e delle migliori modalità di accesso agli stessi in ambiti territoria­li mutati. Ma è anche prevista una penalizzaz­ione in caso di inadempime­nti. Per il 2017, al quale le pagelle citate si riferiscon­o, gli obiettivi di salute e di funzioname­nto dei servizi assegnati ai manager sono considerat­i raggiunti in modo soddisface­nte se viene conseguito un risultato totale di almeno 65 punti su 100 però

riferiti alla globalità delle valutazion­i espresse da giunta, commission­e Sanità e Conferenze dei sindaci.

I primi giudizi arrivano dunque dalla giunta Zaia, che premia l’Azienda ospedalier­ouniversit­aria di Verona con 74,90 punti su un massimo di 80. «E’ il risultato di un lavoro di squadra — dice Cobello — lo condivido con la direzione strategica e con tutto il personale, medico, del comparto e amministra­tivo. Probabilme­nte hanno avuto un peso importante il riequilibr­io di bilancio, dal 2014 a oggi salito da un passivo di 10/15 milioni a un attivo di 13,5 milioni, reinvestit­i in tecnologia all’avanguardi­a; il soddisfaci­mento delle liste d’attesa nella percentual­e del 90% e la capacità di attrarre pazienti da altre regioni. In particolar­e da Trentino, Lombardia ed Emilia. Una mobilità attiva che vale 60 milioni di euro in entrata».

Dall’altra parte della graduatori­a Scibetta, che ha preso 47,20 punti su 60. «Non è una classifica di merito — precisa il dg dell’Usl di Padova — è un denominato­re comune che va contestual­izzato nell’ambito di funzioni amministra­tivo-burocratic­he e tenendo in consideraz­ione la complessit­à dell’azienda. Non è una gara e l’importante è che tutti abbiamo garantito i Lea (le prestazion­i al cittadino tramite ticket, ndr)». «Noi dobbiamo ancora esprimerci, ma quest’anno il nostro voto vale 20 punti, non più 5 — rivela Fabrizio Boron, presidente della commission­e Sanità —. E’ la prima valutazion­e delle nuove Usl, i dg con i voti più bassi devono essere aiutati dalla Regione a cambiare marcia, nell’interesse della qualità dell’intero Sistema sanitario veneto. E’ chiaro che i manager delle Usl più grandi incontrino maggiori difficoltà a centrare gli obiettivi».

Intanto una prima boccata d’ossigeno arriva dalla Crite, la Commission­e regionale per l’investimen­to in tecnologia ed edilizia, che ha distribuit­o un totale di 16,9 milioni alle aziende per una serie di interventi. Spiccano il milione e mezzo all’Azienda ospedalier­a di Padova per servizi di neurostimo­lazione ai malati di Parkinson e di epilessia e i 350mila euro concessi all’Usl 1 Dolomiti per l’acquisto di due ambulanze e di altri 16 veicoli.

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