Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Diffide e multe, la sfida sul decoro «Ma così veneziani presi di mira»
La replica di Agostini: più controlli per tutti. Sanzioni dimezzate
VENEZIA Hanno estratto dal retrobottega la scaletta e iniziato a pulire le tende esterne del negozio, ma mai avrebbero pensato che l’operazione avrebbe richiamato l’attenzione di qualche vicino e dei vigili urbani. Ieri, verso le 10.30, la polizia municipale si è presentata dalla pellicceria Caberlotto, in calle larga Mazzini a pochi passi da Rialto. Il problema? Non si possono pulire le tende a quell’ora e nemmeno bagnare il suolo pubblico. Nessuna multa è stata staccata ma i titolari che da sempre operano in centro storico («pellicciai da oltre un secolo», si legge sul sito web dell’azienda), si sono tuttavia indignati. «Ci è stato riferito che hanno ricevuto una segnalazione perché stavamo bagnando la pubblica via — spiega Renata Caberlotto — non usiamo sapone ma solo acqua, per non rendere scivoloso il passaggio, dovremo pur pulire le tende, si sporcano molto per via dei piccioni, d’altronde qua dietro qualcuno sbriciola sempre il pane». Secondo Caberlotto, la segnalazione potrebbe essere stata fatta «da qualche ambientalista contrario alle pellicce». Un dispetto, insomma. È però vero che l’articolo 15 del Regolamento di polizia urbana in vigore (quello nuovo è in discussione in commissione consiliare) vieta di lasciar gocciolare o cadere acqua sulla pubblica via.
Apriti cielo, vedendo i vigili, alcuni residenti si sono spazientiti, per l’eccesso di zelo. «Vivessimo in una città dove tutte le regole sono rispettate, nessuno direbbe nulla — ha commentato Claudio Vernier, presidente dell’Associazione di piazza San Marco, che ha assistito alla scena — la signora Caberlotto ha fatto la storia del commercio veneziano, con un comportamento sempre ineccepibile, stava solo pulendo: ci si dica cosa dobbiamo fare». Vernier, non contesta le regole né la necessità di rispettarle, ma «serve buon senso» e soprattutto, «ci sono cose più importanti da risolvere a Venezia». Al primo posto della classifica, il commercio abusivo, a seguire i battitori - vietatissimi - che attirano clienti ai ristoranti: «I veneziani sono esasperati», precisa. Non a caso di recente, sono esplose polemiche per la multa staccata ad un negoziante che lasciava il suo cane libero in campo e solo due giorni fa per l’allentamento del pittore inglese Ken Howard dalle Procuratie, perché privo di permesso. «C’è accanimento — ha detto Marco Gasparinetti, portavoce del Gruppo 25 Aprile — Ci sono 200 vigili in più ed è più facile colpire i singoli che prendersela con i gruppi di microcriminalità organizzata, è più semplice andare dai commercianti e dai residenti, ci sono tuttavia altre priorità». Non sta ai vigili dare un ordine agli interventi da eseguire, «spetta alla politica — ha concluso — certo è che verrà prima lo spacciatore del bimbo che gioca in campo». «Ma quale accanimento — la replica di Marco Agostini, comandante della polizia municipale — Rispetto a due anni fa le multe ai commercianti sono dimezzate, ci sono state 500 diffide in tutto il Comune a mettersi in regola e un centinaio si sono tramutate in sanzioni».
Guai ad accusare i vigili di non fare il proprio dovere: «Abbiamo staccato decine di verbali ai turisti maleducati, centinaia di sanzioni agli abusivi, ma c’è un problema di norme: la multa da 5 mila euro non funziona da deterrente — ha spiegato — Ripeto, non c’è accanimento, semplicemente ora ci sono più vigili e possiamo intervenire in maniera più capillare». E mentre si infiamma la polemica, Roberto Magliocco, presidente di Ascom Confcommercio Venezia difende l’operato di Ca’ Farsetti: «Il Comune sta usando il buon senso — spiega — avvisando prima di multare, tutti devono rispettare le regole, che siano veneziani o turisti».
Vernier Serve buon senso, ci si attacca su piccole cose, tralasciando i problemi
Magliocco Il Comune lavora bene, le regole vanno rispettate da chiunque