Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Anagrafe, addio all’ufficio del parco Appuntamen­ti per gli stranieri Sindacati all’attacco: poco personale

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VENEZIA Sindacati di nuovo sulle barricate, la riorganizz­azione dell’Anagrafe fa montare la protesta. Lunedì, i rappresent­anti dei comunali hanno incontrato l’amministra­zione per capire cosa succederà a fine settembre con l’inaugura-zione del nuovo Polo dei servizi per il cittadino, tra via Palazzo e via Spalti e le proposte di Ca’ Farsetti sono state stroncate. «Abbiamo indetto lo stato di agitazione — dicono Daniele Giordano (Cgil), Sergio Berti (Csa), Luca Lombardo (Diccap) e Mario Ragno (Uil) — da mesi denunciamo una situazione disastrosa del servizio e delle condizioni di lavoro del personale, tra turni massacrant­i e pressioni dell’utenza». I dipendenti dell’Anagrafe nel 2017 hanno accumulato 770 ore di straordina­rio, un’enormità, per i sindacalis­ti. Lunedì è stata illustrata la riorganizz­azione che prevede il trasloco al civico 8 di via Palazzo dello Stato civile e ecografico come anche dell’Ufficio cittadini comunitari e dell’anagrafe. In via Spalti 28 arriverà, invece, l’Ufficio relazioni con il pubblico (Urp), la Casa comunale, il Protocollo generale e l’Ufficio idoneità alloggi. Ci saranno più sportelli per il pubblico al piano terra, al primo piano le attività di back office. Inoltre, un sistema di appuntamen­ti e di accessi separati ai servizi (per i residenti europei ma non italiani e per gli extra-comunitari le cui pratiche sono più lunghe sono previsti giorni di apertura differenzi­ati e la presenza di mediatori culturali) dovrebbe ridurre l’attesa per l’utenza e per facilitare i cittadini all’ex scuola Ticozzi sarà allestito un parcheggio. L’accentrame­nto, però, per i sindacati provocherà disservizi. «È stata confermata la chiusura dell’Anagrafe di Carpenedo (al parco Albanese, ndr) — continuano Cgil, Csa, Diccap e Uil — e il personale diminuirà del 10 per cento, per i pensioname­nti». Nel 2015, c’erano 27 comunali in centro storico e nelle isole, oggi sono 25, in terraferma da 50 sono scesi a 48 mentre allo Stato civile sono in 40 da 41, all’Anagrafe comunitari­a sono in quattro. Venti persone sono però in part-time e 24 benefician­o dei permessi della legge 104 (assistenza a familiari malati o disabili). «Serve più personale, formazione, riduzione dello straordina­rio, ripristino dell’indennità — concludono i sindacati — Se non ci saranno risposte il 5 settembre, al prossimo incontro, inviteremo il personale a restituire la delega ad operare alla Prefettura e a mobilitars­i». Protestano anche i Cobas: «Siamo preoccupat­i, i servizi con 8 pensioname­nti sono a rischio». (g. b.)

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