Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Grandi navi, la svolta del ministro
Toninelli cambia i piani: via dal perimetro della Laguna. Il Porto: a rischio 4.000 posti di lavoro
«Via le grandi Navi dal perimetro dalla Laguna». Con una nota del Mit, tesa a correggere il tiro di un’intervista, il ministro delle infrastrutture Toninelli rimette in discussione le soluzioni condivise in sede di Comitatone e che prevedevano l’attracco dei colossi del mare a Marghera (ovvero ben all’interno della laguna) senza passare per il bacino di San Marco. Il presidente del Porto Musolino («A rischio 4.000 posti di lavoro») e il sindaco Brugnaro sono preoccupati ma si dicono pronti a valutare correttivi: «Collaboriamo».
Toninelli Laguna in precario equilibrio, via tutti i colossi con gradualità
VENEZIA «Via le grandi navi dal perimetro della laguna». La nota del ministero delle Infrastrutture arriva all’ora di pranzo, dopo che dalla mattina rimbalzano le dichiarazioni del ministro Danilo Toninelli a La Nuova Venezia in cui invece parla di crociere «oltre le 130 mila tonnellate dirottate su Marghera attraverso il passaggio per la bocca di Malamocco e quelle più piccole alla Marittima di cui deve essere mantenuta la centralità».
Un corto circuito informativo che ha mandato su tutte le furie i parlamentari veneti Cinque stelle accorsi a portare il ministro a fare dietrofront tanto che il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Venezia e Chioggia Pino Musolino si è ritrovato costretto a chiedere «ancora una volta un incontro al più presto per comprendere chiaramente la direttive del governo italiano rispetto al futuro dell’industria crocieristica a Venezia e, di conseguenza, in tutti i porti crocieristi dell’Adriatico che dipendono dall’operatività dello scalo lagunare». Una precisazione quest’ultima che ben evidenzia la preoccupazione del presidente sul futuro dello scalo lagunare, soprattutto se le navi dovranno rimanere fuori della laguna.
La nota del ministero delle Infrastrutture infatti ricalca la posizione assunta dal Movimento Cinque stelle, di cui Toninelli è un esponente di punta: «L’Unesco lo dice da tempo in modo chiaro: Venezia potrebbe diventare un sito a rischio — si legge — e le grandi navi contribuiscono in modo pesante a compromettere il delicatissimo equilibrio tra arte e natura su cui si regge la vita in laguna, ecco perché gradualmente, si dovranno portare tutti i colossi del mare fuori dal perimetro lagunare individuato con decreto ministeriale del 1985». Una linea chiara che rischia di portare all’affossamento dell’industria croceristica che da lavoro complessivamente, come ricorda il presidente Musolino, «a quattromila persone e da cui dipende un notevole indotto che pesa per circa il 3 per cento del Pil veneziano», o che porta inevitabilmente alla realizzazione di terminal esterni, bocciati invece sia dall’analisi multicriteria della stessa Autorità portuale che dal Comitatone del 7 novembre scorso.
Non a caso il Porto negli ultimi mesi si è mosso a livello progettuale per dare concretezza alle indicazioni stabilite dieci mesi fa «che non prevedono l’escavo di nuovi canali ma semplicemente l’adeguamento a livelli previsti dal Piano regolatore portuale dei canali esistenti».
Il Comitatone infatti aveva previsto lo spostamento delle navi più grandi nelle banchine del canale industriale nord di Porto Marghera, mentre quelle più piccole avrebbero dovuto rimanere all’attuale stazione Marittima attraverso il passaggio sul Vittorio Emanuele, che oggi supera anche una profondità di sette metri. Nel frattempo è stato introdotto un algoritmo dalla Capitaneria che regola l’accesso delle crociere e il passaggio davanti a San Marco riducendo numeri e stazza anche se sono stati introdotti limiti e «premi» legati all’inquinamento. L’unica cosa certa è che il numero delle navi è destinato a scendere, così come quello dei passeggeri (anche se nei primi sei mesi sono aumentati grazie al maggior riempimento). «Siamo a disposizione fin da subito per riavviare un tavolo di lavoro con il ministero per raccogliere
Musolino Subito un incontro per una soluzione condivisa e rapida
eventuali correzioni tecnicopolitiche alla soluzione — pesa le parole il presidente del Porto — condivisa e realizzabile, già individuata per rilanciare i flussi delle grandi navi salvaguardando il fragile ecosistema lagunare e rispettando nel contempo, le aziende impegnate in questo comparto».
Il ministero infatti non vuole scavi di nuovi canali (ma ne il canale dei Petroli né il Vittorio Emanuele sono nuovi), mentre propende per «l’attracco di crociere fino a 40 mila tonnellate alla Marittima, anche se va accertato che il limite sia davvero tollerabile, ed eventualmente in quella già pronta e mai usata di Chioggia». La conclusione ben evidenza, il caos scoppiato ieri mattina all’interno del Cinque stelle: «Bisogna ascoltare le istanze di coloro che conducono da tempio una dura battaglia per allontanare le città galleggianti da Venezia. Battaglia che questo ministero vuole portare avanti senza alcun tentennamento». Preoccupato il sindaco Luigi Brugnaro che invece sul pronunciamento del Comitatone aveva trovato la quadra: «Darò tutta la collaborazione possibile perché il ministro Toninelli, che deve essere il ministro di tutti, agisca nell’interesse del Paese. Venezia ha progetti e idee concreti, che gli spiegheremo».