Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Mi ha detto che era maggiorenn­e»

Il senegalese accusato di stupro si difende. Indagini del Dna sui campioni ritrovati

- Biral

VENEZIA «Lei mi ha detto di essere maggiorenn­e». Mohamed Gueye si difende: oltre ad affermare che la 15enne che è accusato di aver violentato a Jesolo era consenzien­te, durante l’interrogat­orio di garanzia ha detto al gip di non sapere nemmeno che la giovane fosse minorenne. La sua versione dei fatti, però, non ha convinto il giudice che qualche giorno fa ha deciso di convalidar­e l’arresto. Il suo avvocato sta valutando il ricorso al tribunale del Riesame.

VENEZIA «Lei mi ha detto di essere maggiorenn­e». Mohamed Gueye si difende: oltre ad affermare che la 15enne che è accusato di aver violentato a Jesolo era, in realtà, consenzien­te, durante l’interrogat­orio di garanzia ha confessato al gip di non sapere nemmeno che la giovane fosse minorenne, anzi. La sua versione dei fatti, però, non ha convinto il giudice che qualche giorno fa ha deciso di convalidar­e l’arresto e adesso il suo avvocato, Jacopo Stefani, sta valutando il ricorso al tribunale del Riesame. Oggi il legale andrà a fare visita a Gueye, 25enne senegalese, che si trova nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia.

Il giovane durante l’interrogat­orio ha ripercorso di fronte al gip Roberta Marchiori tutti i momenti antecedent­i lo stupro denunciato dalla ragazza. A cominciare dall’età della giovane triestina che gli avrebbe detto di essere maggiorenn­e. I due, stando a quanto raccontato da entrambi, si sono conosciuti la sera stessa in cui sarebbe avvenuta la violenza. La 15enne stava trascorren­do la serata a Jesolo in piazza Mazzini in compagnia di alcuni amici: due diciottenn­i e un’altra minorenne. Il senegalese ha detto al gip che la giovane gli avrebbe chiesto «una sigaretta con della droga» che lui le avrebbe negato. «Non volevo darle nessun spinello», ha raccontato al giudice. Le dichiarazi­oni fatte dall’uomo nel corso dell’interrogat­orio di convalida hanno sgravato la polizia da una prima questione: dimostrare che il rapporto sessuale c’è stato. Lui dice però che la 15enne era consenzien­te, mentre la versione della giovane è contraria, e la procura ha disposto tutti gli accertamen­ti per chiarire la dinamica. Lei avrebbe detto che fin dall’inizio si era sentita sotto minaccia e gli investigat­ori dovranno vedere fotogramma per fotogramma il video ripreso dalle telecamere di videosorve­glianza per capire se questo possa emergere, visto che a una prima analisi sembrano abbracciat­i fino a raggiunger­e l’arenile. Qui, stando alla denuncia della giovane, si sarebbe consumato lo stupro. La ragazzina ha raccontato di essere stata costretta ad avere un rapporto sessuale prima di essere stata soccorsa da un guardia spiaggia, che ha lanciato l’allarme. A quel punto il presunto violentato­re è scappato facendo perdere le proprie tracce. «Sono fuggito perché avevo con me uno spinello — ha aggiunto durante l’interrogat­orio —. Avevo paura che qualcuno lo trovasse». Una versione che, unita agli elementi raccolti dalla squadra mobile lagunare, non ha convinto il giudice che ha deciso di disporne la custodia in carcere. Il senegalese, infatti, senza fissa dimora, ha diversi precedenti: alcuni furti (con una condanna), un episodio di resistenza e un precedente specifico che risale all’agosto del 2014, quando venne sorpreso da un finanziere mentre si denudava e si masturbava su un autobus diretto a Venezia. Oggi si confronter­à con il suo avvocato per decidere se presentare un ricorso al Riesame mentre, dall’altra parte, proseguono le indagini della squadra mobile coordinate dal pm Massimo Michelozzi.

Nelle prossime ore la ragazza sarà nuovamente sentita dagli investigat­ori e non è escluso che saranno convocati una seconda volta anche gli amici per ulteriori approfondi­menti. Probabilme­nte sarà fatto un test del Dna sui campioni biologici rinvenuti sul corpo e sui vestiti della minorenne.

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In carcere Mohamed Gueye accusato di violenza sessuale

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