Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Città blindata per Salvini Calli chiuse e sanzioni
VENEZIA Nel momento caldo della Mostra del Cinema, oggi a Venezia arriva il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Da programma non andrà al Lido a stringere mani ai vertici della Biennale e alle star e neanche alla sede della giunta regionale di palazzo Balbi: per firmare alle 12 il protocollo di legalità per la Pedemontana Veneta col governatore Luca Zaia, i rispettivi cerimoniali hanno suggerito in corsa la sede della Scuola Grande di San Rocco a San Polo per garantire sicurezza e accessibilità. E quindi dalle 8 di stamattina e fino a ora di pranzo non sarà possibile percorrere a piedi calle Tintoretto, calle de Castelforte, calle de la Scuola, sottoportego e calle del Scaleter e salizada San Rocco dall’intersezione con l’omonimo Sottoportego san Rocco. Chi si intrufola rischia una sanzione da 25 a 500 euro (50 se si salda entro 60 giorni). Il protocollo troverà sicuramente il modo di garantire il contatto tra Salvini e gli elettori, tuttavia l’incolumità del referente del Viminale sarà la priorità: vigili e altri organi di Polizia hanno facoltà di adottare a vista ogni altro provvedimento, dalle transenne alla sospensione dei plateatici fino allo spostamento dei tavolini di bar e ristoranti, se ne ravvisano la necessità. Chi non è d’accordo con l’ordinanza della chiusura ai pedoni della calle potrà eventualmente impugnare al Tar entro due mesi. Ovvio che in tal caso il dissenso sarà solo di testimonianza perché cosa fatta capo ha. E così il presidente della Municipalità di Venezia Andrea Martini., invece della carta bollata, ieri ha deciso si usare i social per invitare il ministro a dare il buon esempio e decongestionare la città sovraccarica di personalità e servizi di sicurezza straordinari: «Salvini arriva nel momento caldo del Festival – scrive su Facebook E sceglie il periodo più difficile dell’anno, apertura della Mostra, creando situazioni di disagio se non di pericolo per il congestionarsi delle presenze in città. L’invito è di rimandare o annullare la visita, al netto di qualsiasi motivazione politica». Non risulta che l’invito sia stato accolto. (mo. zi.)