Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bonisoli: crociere e alberghi non possono minare Venezia
Il ministro della cultura e l’ipotesi del tetto stabilito dagli esperti
VENEZIA Dalle Gallerie dell’Accademia al Mostra del Lido, il ministro dei Beni culturali ha parlato di turismo, crociere e spopolamento di Venezia. «Mi pare manchi un’idea di città, intanto fermiamo le grandi navi».
VENEZIA «Mi sembra che manchi una visione sulla città». Navi, turismo, spopolamento: «Si dà molta importanza a quella che è una convenienza economica immediata, e non si dà rilievo ad altro», dice il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli tra le Gallerie dell’Accademia e la Mostra del Cinema del Lido («Il festival è un valore assolutamente da proteggere, perché è il più antico e ha la memoria storica», dice) . Il rischio lo dice lo stesso rappresentante del governo: «Trasformare Venezia in Las Vegas, ma Venezia ha bisogno di persone che ci vivono e che ci lavorano, non deve diventare un grande hotel e un ricettacolo di b&b, deve avere un tessuto sociale fatto di residenti, botteghe, artigiani».
Turismo e sostenibilità, un binomio che spesso fa a pugni, con 30 milioni di visitatori ogni anno e i giganti del mare che continuano a passare davanti a San Marco per l’incapacità di trovare ancora un percorso o una soluzione alternativa. «Per questo la politica deve fare un passo indietro e lasciare il campo agli esperti», sottolinea. Pensa al numero di visitatori ma anche alle grandi navi: fosse per Bonisoli un tetto su turisti e crociere ci sarebbe già. «La mia domanda è: quanti turisti vogliamo? Io sono un libertario e non fisserei un tetto, ma ci sono esperti che possono dire quanti sono i turisti che la città può assorbire, in che periodo e in che posto, perché qui c’è un turismo anche molto strano — dice — Venezia è sito Unesco e quando lo è diventata mi pare abbia promesso delle cose e non mi pare che tutto quello che è stato promesso sia stato mantenuto. Tra l’altro se non sbaglio la verifica ci sarà tra poco, quindi si vedrà. Penso sia un problema nostro e non voglio scaricare sul sindaco».
Proprio a gennaio del 2017 Luigi Brugnaro ha incontrato l’Organizzazione delle Nazioni Unite che aveva minacciato di inserire Venezia nella black list dei siti a rischio promettendo una serie di azioni che puntino alla salvaguardia della città anche grazie a un turismo sostenibile. Ca’ Farsetti ha risposto punto su punto alle critiche: dalla gestione dei flussi alla raccolta differenziata, dalla residenzialità alle opere di manutenzione del centro storico, fino alle grandi navi su cui però non c’è ancora una soluzione. Nonostante il Comitatone del 7 novembre scorso avesse indicato due soluzioni per togliere le crociere da San Marco, niente è stato ancora fatto. «Venezia è una città che trae vantaggio dalla croceristica, se non sbaglio è il secondo porto in Italia, per questo va usata intelligenza che a volte non vedo nell’affrontare la questione — dice il ministro della Cultura — Anche nella croceristica, come per gli hotel, ci sono varie tipologie: ci sono le navi sotto le 40 mila tonnellate, e queste possono avere un percorso di un certo tipo, altre navi che hanno delle stazze superiori penso che solamente un irresponsabile le possa far a avvicinare troppo a un patrimonio come questo». La posizione è quella del Movimento Cinque stelle da cui Alberto Bonisoli è stato indicato, anche se nei giorni scorsi il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva aperto allo spostamento delle crociere più grandi a Porto Marghera e al mantenimento di quelle più piccole alla Marittima prima di essere innondato dalle proteste della base che da sempre vuole le navi fuori dalla laguna di Venezia. Il ministro cita il Titanic («Aveva aveva una stazza di 60 mila
tonnellate, oggi c’è un limite di 96 mila, una volta e mezza...), pensa al coinvolgimento di esperti («Chiudiamoli in una stanza e facciamoli studiare la situazione, poi la politica non deve far altro che applicarla»), e prende le distanze dalla convenienza economica («Il rischio è di voler massimizzare oggi il dato economico, e di piangere domani»).
L’obiettivo è ricreare il tessuto urbano «riportando le produzioni, le attività economiche e i residenti». Una battaglia questa che vedrà Bonisoli accanto al sindaco . «Nel capire la visione della città e nel capire quali sono le azioni politiche per dare un futuro a Venezia — sottolinea — Ad esempio trovo che la città dovrebbe avere un’attenzione maggiore nel promuovere la produzione culturale e non solo lo sfruttamento o la valorizzazione del patrimonio. Vanno benissimo le mostre va benissimo il turismo ma non mi dispiacerebbe che attraverso l’intervento del sindaco, si riuscisse a individuare un’area dove possono esserci delle persone che producono cultura, dal restauro alla digitalizzazione alla produzione di arte contemporanea o cinematografica, penso all’Arsenale. Quello che suggerirei è un albergo in meno e una produzione in più».