Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mestre diventa città delle rotatorie

Ca’ Farsetti pensa ad altre otto rotonde: meno smog. Via libera ai bus elettrici

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MESTRE Ca’ Farsetti pensa ad altre otto nuove rotatorie. Dopo la realizzazi­one, giovedì notte, della rotonda tra via Piave e via Miranese l’assessore alla Mobilità Renato Boraso spinge gli Uffici a progettare altri incroci senza semafori. «Così riduciamo l’inquinamen­to e aumentiamo la sicurezza per i pedoni», dice. Nel frattempo ieri la giunta ha dato il via libera al progetto di fare il Lido un’isola green con trenta bus elettrici in funzione entro marzo 2020.

MESTRE L’assessore alla Mobilità Renato Boraso ci ha preso gusto: «Se facciamo funzionare l’incrocio di via Piave con via Miranese, possiamo lanciarci a progettare altre rotatorie», dice dopo essere stato fino a notte con i tecnici a sistemare la nuova viabilità. La rivoluzion­e è cominciata con le nuove rotonde dei Quattro Cantoni (due) e di via Piave, l’effetto domino potrebbe essere alle porte. Le snocciola tutte una dietro l’altra l’assessore, «il nostro obiettivo — dice — è ridurre l’inquinamen­to da Pm10 la nuova emergenza delle città». Nelle prossime settimane gli Uffici della Viabilità cominceran­no a studiare gli incroci, anche perché non è così scontato che tutti i semafori possano essere sostituiti da rotatorie per via del poco spazio a disposizio­ne e degli autobus (alcuni doppi) che devono affrontarl­e. Non a caso giovedì notte tecnici e assessore hanno tirato un sospiro di sollievo solo quando hanno visto passare senza grosse difficoltà l’autosnodat­o. Alle sei del mattino la rotonda tra via Piave, Circonvall­azione, Miranese e Carducci era stata realizzata, e a quanto pare code durante il giorno non si sono viste. Adesso la sfida è di esportare il progetto altrove: ad esempio in via Einaudi in corrispond­enza della svolta per andare in piazzale Candiani, sul Terraglio (sotto il cavalcavia) prima di accedere all’ingresso della tangenzial­e della Castellana, sull’asse Vespucci-Fradeletto in corrispond­enza degli incroci con le vie Bissuola, Ca’ Rossa e viale Garibaldi, tra viale San Marco e via Sansovino, in piazza Pastrello a Favaro (lato via Altinia) e in piazza a Chirignago (lato via Risorgimen­to). Mestre, città delle rotatorie. «Ma così facendo riduciamo la pericolosi­tà dell’incrocio, cala l’inquinamen­to perché si riducono le code e migliora la sicurezza per i pedoni — sottolinea Boraso —. In molti casi gli spazi sono angusti, ma raccogliam­o la sfida e per la prima volta gli uffici faranno una progettual­ità vera».

Anche perché in questi giorni Ca’ Farsetti ha deciso di fare un bando per trovare uno studio o un profession­ista che rediga il piano urbano della mobilità sostenibil­e (Pums). Direttive ancora non ci sono se non quella di trovare una serie di misure che puntino a ridurre l’inquinamen­to in città con l’aumento del trasporto pubblico (e inevitabil­mente si ritornerà a parlare di corsie preferenzi­ali che né sindaco né assessore vogliono) a discapito dei mezzi privati.

Intanto la giunta ha deciso di puntare forte sulla sostenibil­ità del Lido con un piano di 28 milioni di euro che porta tra il 2019 e il 2020 alla sostituzio­ne degli attuali autobus con mezzi elettrici che verranno ricaricati in corrispond­enza di alcune fermate mediante appositi punti di ricarica veloce (tre in deposito e sei lungo il percorso delle linee). Un progetto che permetterà un abbattimen­to drastico degli inquinanti emessi in atmosfera per oltre duemila tonnellate di anidride carbonica all’anno. «L’avevamo promesso — commenta il primo sindaco Luigi Brugnaro — e oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un ulteriore passo avanti per fare di Lido e Pellestrin­a un territorio sempre più green, sostenibil­e e all’avanguardi­a dal punto di vista del trasporto pubblico. Non solo riusciremo ad abbattere le emissioni di anidride carbonica in atmosfera ma abbiamo creato, primi in Italia, un sistema di circolazio­ne che rivoluzion­erà il nostro modo di viaggiare sui mezzi pubblici». Il sindaco pensa a un sistema sperimenta­le, perché il vero obiettivo è di portare la stessa tecnologia in terraferma, affiancand­o i bus elettrici al tram, su cui Brugnaro e Boraso non hanno mai nascosto le loro perplessit­à. I primi autobus arriverann­o entro la fine del 2019, con l’obiettivo di mettere in esercizio tutti i 30 previsti per marzo 2020. ( f. b.)

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