Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Salvini scarica sul Pd Forza Italia: si dimetta

Fi a Bologna chiede le dimissioni. I dem: «No a processi mediatici»

- di Martina Zambon

Le intercetta­zioni choc dell’ex prefetto di Padova, Patrizia Impresa, scatenano un pandemonio di reazioni. Da Forza Italia arriva la richiesta di rimozione da parte del Viminale per l’attuale carica di prefetto a Bologna. Salvini, invece, scarica sul Pd reo, secondo il vice premier, di aver «fatto il gioco delle tre carte» con le sistemazio­ni dei migranti. Il Pd ribatte secco: «Lasciamo lavorare la magistratu­ra, no ai processi mediatici» mentre il sottosegre­tario al Mef, il leghista Massimo Bitonci, rivendica di aver combattuto da solo contro la Impresa da sindaco di Padova.

 Endrizzi (M5s) Da noi interrogaz­ione 3 anni fa, ancora attuale

 Zan (Pd) No ai processi mediatici, aspettiamo i magistrati

VENEZIA Gli stralci delle intercetta­zioni sull’ex prefetto padovano, Patrizia Impresa, in relazione allo scandalo sulla gestione dei migranti in Veneto hanno scatenato immediatam­ente una bufera che ha spazzato non solo il Veneto ma anche Bologna, dove oggi Impresa è prefetto e da dove Forza Italia chiede a gran voce le sue dimissioni prima e la rimozione dall’incarico poi. «Chiediamo che il ministro Salvini proceda immediatam­ente alla rimozione del prefetto Impresa» attacca il deputato azzurro Galeazzo Bignami.

Sposta il tiro, invece, proprio Matteo Salvini che indica nel centrosini­stra il vero responsabi­le: «Il governo di centrosini­stra negava l’emergenza sbarchi, ma poi scaricava il problema sui prefetti e li costringev­a a spostare i clandestin­i da un Comune all’altro - come nel gioco delle tre carte - per non irritare sindaci del Pd, ministri in visita o presidenti Anci del Pd. È il quadro vergognoso che emerge dall’inchiesta di Padova. Io, invece, voglio bloccare gli sbarchi e mi prendo tutte le responsabi­lità delle mie scelte. Se qualche funzionari­o ha sbagliato è giusto che paghi. Ma chi sono i mandanti politici di tutto questo?».

Non ci sta, naturalmen­te, il Pd che ribatte con il deputato patavino Alessandro Zan: «Diciamo no ai processi mediatici. La magistratu­ra faccia fino in fondo tutte le indagini e individui le responsabi­lità. Il Pd è sempre stato dalla parte della legalità. La questione è delicata, fermo restando che sulle vite umane non si specula. Quanto a Salvini, continua sempliceme­nte a far propaganda. Il Pd è un partito serio, per questo ci affidiamo alla magistratu­ra».

Fra le fila della Lega, poi, c’è anche l’ex sindaco di Padova e ora sottosegre­tario al Mef, Massimo Bitonci. Particolar­e la sua posizione che, da primo cittadino, ha avuto un rapporto a dir poco travagliat­o con la Impresa. Esposti e segnalazio­ni contro l’allora prefetto proprio sulla gestione dei centri di accoglienz­a non si contano. Tanto che lui non si tiene: «Sono stato l’unico che ha combattuto contro alcune palesi irregolari­tà ad esempio sulla questione dell’ex caserma Prandina, non adatta a ospitare i profughi. Nessuno mi è venuto dietro allora, finalmente emerge la verità sul business dell’immigrazio­ne e sulla mala gestio della prefettura di Padova. Quanto alle intercetta­zioni, per carità, vanno prese con le pinze, ma se fosse confermato, sarebbe grave, i prefetti hanno un ruolo istituzion­ale molto importante, il ministero dovrà prendere provvedime­nti». Fra chi dice «io l’avevo detto», c’è anche Giovanni Endrizzi, senatore del M5s: «Nel 2015 ho fatto un’interrogaz­ione al ministro Alfano su questo tema. Purtroppo sembra scritta oggi». E da ex sindaco, il deputato M5s Alvise Maniero ricorda come da sindaco di Mira, ha sperimenta­to l’accoglienz­a di piccoli gruppi offrendosi volontario anche senza l’inquadrame­nto dello Sprar: «È vergognoso quanto è accaduto con gli hub, ma non è così sorprenden­te, lì funzionava solo il business sulla pelle delle persone». Fra le poche voci che si sono levate a difendere Impresa «servitrice dello Stato di prima qualità» è il senatore Pier Ferdinando Casini.

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