Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cacciari: «L’unica soluzione vera è Marghera»
MESTRE «Grandi navi? La soluzione è Marghera». Massimo Cacciari non nutre alcun dubbio, le crociere devono sì essere allontanate dal centro storico, ma estrometterle dalla laguna con l’offshore è da «escludere».
Due le ragioni: da un lato aumenterebbe il moto ondoso con il trasbordo dei passeggeri, dall’altro c’è il rischio concreto che, nei cantieri, si innesti un meccanismo alla Mose. «Fare un altro porto è un grande affare, sarebbe un Mose bis — commenta l’ex sindaco-filosofo —. Se fossi in affari, sosterrei con grande energia l’offshore. Non avendo interessi di parte da difendere, non mi pare che sia nemmeno il caso di discutere della cosa». Cacciari, come è sua abitudine, non usa mezzi termini e, nell’esaminare quanto emerso nell’incontro tra il sindaco Luigi Brugnaro e il ministro dell’Interno Matteo Salvini sulle gestione della laguna, ma soprattutto dopo il dietrofront del ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sul trasloco delle grandi navi a Marghera, inizialmente avvallato, non potrebbe essere più tranchant. «O porti le navi a Marghera per un canale che già c’è, riorganizzando il traffico portuale come si deve e facendo lì una stazione passeggeri che riqualificherebbe anche l’area — spiega Cacciari —. Oppure devi scavare un altro pezzo di laguna, per far fare alle navi il giro per Marghera e poi farle risalire, una comica. C’è, infine, l’offshore, però qualcuno mi deve spiegare come porta la gente da fuori le dighe al bacino, invece di una grande nave al giorno, avrai centomila motoscafi al giorno: è questa la soluzione? Al di là del fatto che facciamo un altro grande affare tipo Mose, visto che il problema delle grandi navi è essenzialmente il moto ondoso, cosa risolvi se invece di una nave porti centomila barchini?».
Prosegue l’ex sindaco di Venezia: «Da Marghera, invece, con i pullman trasporti i croceristi al Tronchetto. Non si fa il grande affare e capisco che possa scocciare». Altro tema caldo a Venezia, le competenze sulle acque della laguna, da sempre al centro di un braccio di ferro tra Comune e governo. Ora, però, qualcosa è cambiato: il ministro Salvini ha aperto alla gestione unica, magari tramite un commissario. «L’ho sempre detto e ripetuto, non è possibile che ci sia il sindaco delle terre emerse e che le acque siano in mano ad altri — sottolinea Cacciari — è giusto concentrare i procedimenti decisionali sulle questioni essenziali della salvaguardia, non ci piove sopra. E sarebbe la scoperta di Salvini, Brugnaro e Zaia? E il sottoscritto cosa ha detto per vent’anni? Se ce la fanno, bene».
Guai però a parlare di commissario: «Se c’è il sindaco metropolitano che ha l’ultima parola, sono felicissimo. Ma dico no a soggetti terzi, saremmo a punto a capo. Dev’essere il sindaco a tirare le fila sulla laguna».