Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La popolocrazia e la crisi di partiti sindacati e categorie Quattro giorni di confronti e dibattiti
MESTRE La crisi della democrazia e l’avanzare dei populismi, il Festival della politica, della Fondazione Pellicani, quest’anno, entra a gamba tesa nel tema dei temi di questo secolo e cioè la sfiducia verso le forme tradizionali di rappresentanza, che sta mettendo in crisi l’Europa e, in generale, il mondo occidentale. A fare da fil rouge ai quattro giorni di incontri, presentazioni di libri e spettacoli - dedicati a Cesare De Michelis, storico della letteratura ed editore della Marsilio, da poco scomparso - il nuovo libro di Ilvo Diamanti «Popolocrazia, la metamorfosi delle nostre democrazie» (domenica 9, ore 18, piazza Ferretto).
Prima del dialogo tra Massimo Cacciari e Diamanti, il Festival propone approfondimenti a 360 gradi su ciò che è la politica oggi. «Siamo di fronte a un dilemma - spiega Cacciari - le forme di rappresentanza si sono staccate da chi dovrebbero rappresentare, non rappresentano più e, quindi, la deriva populista è inevitabile».
C’è tuttavia un problema, «in questa crisi, che coinvolge tutti, partiti, sindacati, categorie: è passato il concetto che tutti valgono uguale - aggiunge il filosofo d’altronde se chi ho votato non fa funzionare le cose, allora tutti iniziano ad avere opinioni su tutto e la mia opinione vale come quella di un medico sui vaccini o di un ingegnere». Il Festival cercherà di fornire gli strumenti di analisi contro il rischio che «Putin e la Cina diventino un modello» e che «la democrazia, come la conosciamo oggi, imploda». Ne parleranno politici, filosofi, ma anche attori come Ascanio Celestini (venerdì 7, ore 21, teatro Toniolo, ingresso 10 euro) con il suo «Il nostro domani» e scrittori.
Ma prima ancora di entrare nel vivo del dibattito, giovedì prossimo, il 5 settembre all’M9, la pre-apertura: «Saremo nel nuovo auditorio per parlare proprio dell’M9», spiega il segretario della Fondazione, Nicola Pellicani. Per l’ottava edizione del Festival, cambiano le location, resta piazza Ferretto, ma non ci sarà più la tensostruttura in piazzale Candiani, gli incontri si divideranno tra piazzetta Toniolo (in caso di pioggia, saranno nel foyer del teatro) e M9, che da dicembre sarà aperto al pubblico. «L’M9 è uno spazio da metropoli europea dice Cacciari che ha seguito il progetto del museo fin dalla nascita - è come il Maxxi di Roma e, per Mestre, è una bella sfida, se non sostenuto coralmente, rischia di fare la fine del Candiani: serve l’impegno di tutti».
Tra gli ospiti del Festival, ci saranno il radicale Marco Cappato (sabato 8) per parlare di «Democrazia, scelta e conoscenza», Ottavia Piccolo con letture sulla violenza sulle donne e un focus filosofico dedicato a Karl Marx, a cura del filosofo Massimo Donà: «Le sue critiche aiutano a capire il sistema democratico», dice.
L’appello per M9 Cacciari: va sostenuto coralmente perchè non sia un altro Candiani