Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Ne avrò 450 da trasferire: poteri speciali contro i troppi no»
VENEZIA «Gli appalti? Vengono dati agli improvvisati». «Troppi i no dei sindaci all’accoglienza dei profughi, servono poteri speciali». Così il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto.
Prefetto, davvero il bando da quasi sedici milioni di euro per la gestione di Cona rischia di saltare?
«Purtroppo sembra proprio così: la direttiva è nazionale, e quindi riguarderà tutti i bandi non ancora contrattualizzati». E ora cosa accadrà? «Edeco, l’ex Ecofficina, continuerà a gestire il centro di accoglienza. Probabilmente finché non riuscirò a chiuderlo definitivamente».
Vittorio Zappalorto, l’ex commissario straordinario che fu chiamato ad amministrare Venezia dopo il terremoto dello scandalo Mose e l’arresto del sindaco Giorgio Orsoni, da luglio è tornato in laguna, stavolta nelle vesti di prefetto. È sulle sue spalle, ora, che ricade la gestione dei migranti in una fase delicatissima, con l’inchiesta della procura di Padova che ha ipotizzato la commistione tra alcuni dipendenti delle prefetture ed Ecofficina. Tocca a lui spiegare cosa accadrà al più grande centro di accoglienza per i migranti del Veneto.
«Facciamo un passo indietro. Edeco gestisce la struttura fin dalla sua inaugurazione, nel 2015, ma l’appalto era scaduto e quindi abbiamo fatto un bando, diviso per lotti: quello per i servizi alla persona,, quello per le pulizie, per i pasti e per le forniture di beni… Il lotto principale, relativo ai servizi alla persona dell’ex base militare, l’avevamo assegnato poche settimane fa alla società Nova Facility…».
Sembrava fatta: addio Ecofficina, entrano volti nuovi…
«Invece in questi giorni il Viminale ha comunicato alle prefetture l’intenzione di modificare il capitolato d’appalto per la gestione dei migranti. Un’indicazione che riguarda i bandi da adottare e tutti quelli non ancora contrattualizzati che coinvolgano i grandi hub o l’accoglienza diffusa. Per quanto riguarda Venezia, significa che non firmeremo il contratto con la Nova Facility: dovremo revocare la gara, aspettare le indicazioni sul nuovo capitolato e poi indire un altro bando di gara».
Cosa prevede il nuovo capitolato voluto dal Viminale?
«Non conosciamo i dettagli, ma di sicuro le condizioni economiche cambieranno sensibilmente. Lo Stato probabilmente spenderà meno per ciascun profugo».
Nel resto del Veneto quali altri bandi rischiano di saltare?
«Ancora non lo sappiamo: giovedì incontrerò a Treviso i colleghi delle altre province e faremo il punto. Per Venezia le implicazioni riguardano esclusivamente Cona, che rimarrà affidata a Edeco fino all’aggiudicazione sulla base del nuovo bando...».
Situazione imbarazzante, visto quanto sta emergendo dalle inchieste della magistratura…
«Se avessimo potuto firmare il contratto con la Nova Facituto lity, ora ci sarebbe un nuovo gestore...».
L’obiettivo resta quello di chiudere l’hub di Cona?
«Il ministro ha dato questo input: Cona e Bagnoli devono essere svuotate. Tradotto: devo trovare una sistemazione per 450 migranti in un territorio poco incline a questo tipo di accoglienza, con tutte le difficoltà che si possono immaginare per chi è chiamato a sistemarli. Questa è la situazione in cui noi prefetti siamo costretti a lavorare da anni...». Che intende dire?
«Che a farne le spese di questo sistema, sono stati soprattutto i prefetti e i dipendenti delle prefetture. Per tre anni, dal 2015 al 2017, abbiamo gestito la situazione in modo disperato. Eppure si sarebbe po- evitare, se solo i governi ci avessero fornito gli strumenti adeguati alla straordinarietà del fenomeno, come fu fatto nel 2011-2013 ai tempi dell’emergenza Nordafrica, quando arrivarono 50mila africani dalla Tunisia e furono accolti senza grandi criticità e conseguenze giudiziarie per chi dovette far fronte all’emergenza».
E invece...
«Invece abbiamo dovuto affrontare oltre 160mila immigrati l’anno gestendoli con strumenti ordinari, come non si trattasse di una vera emergenza: con procedure di gara lunghe e complicate, totalmente sfasate rispetto alle necessità e all’urgenza di provvedere. E se fai delle gare corri il rischio che l’appalto vada anche a gente senza competenza e priva di scrupoli, passata dalla gestione dei rifiuti a quella degli esseri umani senza le adeguate professionalità ed esperienze».
La fase emergenziale degli sbarchi, sembra passata.
«Certo, a giudicare dagli ultimi mesi. Ma ora la Libia è nuovamente in subbuglio: se dovesse ripartire l’ondata migratoria, mi auguro che la governance dell’accoglienza venga mutata».
Concedendo poteri speciali ai prefetti, cosa accadrebbe?
«Che i gestori li scegliamo noi, sulla base delle competenze, dei requisiti. Non avrei mai dato l’incarico a soggetti senza esperienze e per questo inaffidabili: avrei chiesto una mano alla Croce Rossa, alla Caritas, alle tante Onlus che lavorano nel Veneziano e che sono composte da gente perbene, onesta, che fa questo lavoro per passione e non per i soldi. E poi serve più coesione tra le istituzioni: non si può ripiombare nella situazione di tre anni fa, quando il governo diceva ai prefetti: “Ci sono 200 profughi da sistemare, ora sono affari tuoi”. Deve essere lo Stato centrale a parlare con i sindaci, in modo da indicare alle prefetture dove distribuire i migranti. Questo problema deve essere riconosciuto come un problema di tutti».
L’ha detto anche lei: nessun sindaco è disposto a trattare…
«Devo sistemare i 450 migranti di Cona e sono curioso di vedere quali aiuti avrò. Dovrò provare a convincerli, come hanno fatto tutti i miei predecessori. Ma non ho alcun potere, se non quello della persuasione. E così, mi ritroverò ad affrontare amministratori che hanno perso fiducia in questo sistema. Li capisco, visto che noi prefetti abbiamo dovuto gestire una situazione a mani nude. E ora veniamo pure infangati…».
Si riferisce all’inchiesta di Padova? Emerge che le prefetture favorivano Ecofficina…
«Si dovrebbe anche dire che all’epoca la pressione che subivamo era altissima. L’ho vissuta a Gorizia e a Udine: bisognava in qualsiasi modo dare un tetto e un pasto a questi migranti. Ho letto le notizie sui giornali e non credo di poter esprimermi sui singoli episodi. Ma so che i prefetti fecero ciò che andava fatto per tutelare le istituzioni, a cominciare proprio dal ministero dell’Interno. E invece l’impegno profuso ci si è ritorto contro: molti funzionari sono sotto inchiesta. Lo ripeto: noi prefetti abbiamo subito i maggiori pregiudizi dal sistema di accoglienza degli ultimi anni».
Vittorio Zappalorto Per anni i prefetti hanno gestito la situazione in modo disperato