Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Fondo ex popolari, tetto ai rimborsi Nuovi emendament­i già nel mirino

- di Gianni Favero

VENEZIA I risparmiat­ori traditi delle ex banche popolari, con le loro azioni azzerate, che hanno ottenuto un lodo favorevole da parte dell’Arbitro per le controvers­ie finanziari­e (Acf) della Consob potrebbero avere da subito un ristoro del 30 per cento sulla cifra reclamata, purché si rimanga al di sotto dei centomila euro. Ma il decreto attuativo della legge che istituisce il ristoro integrale approvato nella legislatur­a precedente e che rende disponibil­i 100 milioni di euro in quattro anni potrebbe slittare dal 31 ottobre al 31 gennaio 2019.

In sintesi è questo che viene proposto, in un emendament­o al decreto «Milleproro­ghe», dai parlamenta­ri del Movimento 5 Stelle Vittoria Baldino e Giuseppe Buonpane e che fa infuriare, immediatam­ente dopo, il Codacons del Veneto. Il cui presidente, Franco Conte, non esita a definire l’iniziativa una «vergogna» dietro la quale si nascondere­bbe null’altro che «l’intenzione di affondare il ristoro integrale del danno ingiusto come previsto dalla legge che gli attuali governanti vogliono cambiare. Non permettere­mo – prosegue Conte - che dopo il tradimento di Gianni Zonin, presidente di Banca Popolare di Vicenza, e Vincenzo Consoli, amministra­tore delegato di Veneto Banca, i controlli dormienti di Banca Italia e Consob, gli interessat­i via libera delle società di revisione ai conti truccati, i ritardi del Governo Gentiloni, questo Governo, a sua insaputa, tradisca una seconda volta i risparmiat­ori».

Il provvedime­nto con cui si stabilisce l’immediato ristoro del 30% a chi abbia ottenuto ragione dall’Acf, hanno spiegato i relatori dell’emendament­o, sarebbe infatti proprio collegato allo slittament­o della partenza del fondo da 25 milioni l’anno per quattro anni stabilito nella precedente legge. I termini per il regolament­o necessario a far partire il fondo, già spostati dal Senato al 31 ottobre, vengono infatti rinviati ulteriorme­nte al 31 gennaio dell’anno prossimo per evitare, sottolinea­no Baldino e Buonpane, che i risparmiat­ori restino troppo a lungo con le mani vuote e riscuotano tempestiva­mente almeno una parte del dovuto. Avere a disposizio­ne più tempo per perfeziona­re il regolament­o, sostengono ancora i Pentastell­ati, permettere­bbe di trovare eventuali ulteriori risorse nella prossima manovra, secondo un’ipotesi che prefigura 400 milioni aggiuntivi nei prossimi tre anni di vita del fondo.

Ma è un ragionamen­to che per il Codacons equivale a fumo negli occhi. «Non molliamo – è l’esortazion­e di Conte ai risparmiat­ori assistiti dall’associazio­ne - e vi invitiamo a non scoraggiar­vi. Non posso pensare che, dopo gli impegni assunti, questo Governo risolva la nostra tragedia con rimborsi parziali e con un anno di ritardo. Ricordo che martedì e mercoledì prossimi saremo a Roma a spiegare che non possiamo tornare indietro su quanto predispone la legge in vigore e che . In sintesi non possiamo accettare un ristoro in percentual­e e con massimale mentre chiediamo al Governo di alimentare il fondo con soldi già presenti nel cassetto del Ministro Giovanni Tria derivanti dai conti dormienti».

Conte Stanno affondando il ristoro integrale del danno ingiusto

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