Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Taser, partita Padova. «Dieci agenti scelti»
Sono arrivati ieri in questura i taser, le pistole elettriche usate dalla polizia americana. Padova è la prima città veneta a sperimentare l’arma.
PADOVA Due taser a disposizione, uno per pattuglia, dieci agenti preposti all’utilizzo e novanta giorni per concludere una sperimentazione che cambia le regole d’ingaggio tra le forze dell’ordine e i malviventi. Da ieri le volanti della Questura di Padova sono dotate della pistola elettrica, uno strumento che immobilizza le persone attraverso una scarica.
Il suo utilizzo sarà regolato da norme severe che di fatto si sintetizzano in cinque passaggi che il poliziotto deve mettere in atto prima di premere il «grilletto». La fase embrionale è quella di mostrare la dotazione: l’arma è gialla, quindi visibile, l’operatore ha l’obbligo di informare che ne è in possesso indicandola quando è ancora all’interno del foderino sistemato dalla parte opposta rispetto alla pistole d’ordinanza. Se la persona coinvolta non dovesse arrendersi, l’agente deve mostrare il taser nella sua completezza estraendolo e tenendolo addosso al petto. Da questo momento scatta il terzo passaggio che è quello operativo, con lo sgancio della sicura e, attraverso due pulsanti, della scarica dimostrativa, sonora e ben visibile. Se il soggetto non dovesse ancora alzare le mani, gli viene puntato contro un mirino laser (quarta fase): se imperterrito non si arrendesse, verrà sparato il colpo vero e proprio.
I dardi, attraverso due cartucce attaccate a dei fili di rame, lanceranno la scarica elettrica di cinque secondi che inibisce l’attività muscolare sottopelle, rendendo di fatto innocua la persona fermata. «Non chiedetemi se è un’arma letale o se si muore - dice subito il questore Paolo Fassari - A noi è stato dato il compito di iniziare una sperimentazione. Il nostro personale non è stato addestrato per sfogare istinti, ci sono regole ben precise: l’utilizzo viene fatto a una certa distanza, fino a sette metri, ci sono dei puntatori che avvertono e delle procedure molto rigide». Il poliziotto che dovesse trovarsi in una situazione di pericolo ha l’obbligo di seguire un iter complesso in tempi rapidi e il sangue freddo diventa imprescindibile per non sbagliare. «Sono agenti addestrati a valutare come comportarsi continua Fassari - le forze dell’ordine hanno avuto spesso a che fare con persone di stazza importante e i casi di ferimento lo dimostrano. C’è tutta una letteratura sull’argomento. A me non interessa, questa è un’arma vera e propria, ma la sperimentazione non è senza ritorno. Avremo modo e tempo per valutare gli effetti che sortirà nella gestione della sicurezza».
Nel concreto uno dei due agenti che compone la volante avrà in dotazione la pistola, in contemporanea saranno quindi due le pattuglie a poterla usare nel territorio. Si tratta di poliziotti addestrati al centro di Nettuno in provincia di Roma. Quasi in modo scaramantico Fassari ha poi voluto chiarire che: «Le cronache oltre oceano raccontano di soggetti ammanettati e colpiti dal taser, questo non appartiene alla polizia di Stato: questa è tortura e non accadrà». La sperimentazione è stata voluta dal Viminale lo scorso luglio e riguarda 12 città in Italia. L’arma viene utilizzata da 107 forze di polizia nel mondo ed è lo stesso modello impiegato negli Stati Uniti. Il taser al centro di un forte dibattito tra associazioni come Amnesty International che ne ha sempre messo in luce la pericolosità e i sindacati di polizia propensi alla sua adozione.
Fassari Avremo modo di valutare gli effetti sulla sicurezza