Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La delusione dei comitati: «È lo spritz, attendiamo la cena»

- Gianni Favero

VENEZIA Dire che tra i comitati prevalga la delusione è un eufemismo. Dare subito il 30% a chi abbia ottenuto ragione dall’Arbitro Consob non accontenta nessuno. «Va bene, è lo spritz mentre aspettiamo la tavola imbandita» è la metafora che usa Andrea Arman, avvocato di riferiment­o del coordiname­nto «don Torta», che aveva puntato molto sul governo per un cambio radicale del fondo di ristoro. L’emendament­o al Milleproro­ghe «è un primo gesto concreto nella giusta direzione. Ma il 30% non è il 100% - rimarca l’avvocato -. E, soprattutt­o, va nelle tasche di meno di 600 persone, di cui i clienti delle venete sono 350. Chiarament­e la gran massa di risparmiat­ori attende i provvedime­nti governativ­i di risarcimen­to, promessi entro il 31 gennaio. Come funzionera­nno lo vedremo. Intanto – chiude Arman – andiamo avanti con le cause contro le società di revisione e contro Intesa Sanpaolo».

E sul fronte delle associazio­ni più favorevoli al fondo Baretta, parla di «Grave attentato ai diritti del risparmiat­ore» il leader regionale del Codacons, Franco Conte, che chiede sia l’Anac ad occuparsi dell’ammissione al Fondo: «Ottima l’idea di saldare il risparmiat­ore che ha già una pronuncia favorevole. Ma no ad un tetto del 30%, con cui il governo si rimangia promesse elettorali e contratto di governo».

Per Valter Rigobon, presidente di Adiconsum Veneto, «dare qualche soldo a 560 persone è il modo migliore per far arrabbiare tutti gli altri. Abbiamo sempre detto, incontrand­o il governo per discutere sulla distribuzi­one del fondo da 100 milioni, che ogni misura in più è la benvenuta; ma ho l’impression­e che si intenda il 30% previsto dall’emendament­o come un atto transattiv­o. Manovrine da campagna elettorale e manca anche un concetto per noi fondamenta­le – conclude Rigobon – dare priorità a chi è nelle condizioni più difficili».

Scontento pure Matteo Moschini, avvocato del Movimento per la difesa del Consumator­e il quale ha da solo gestito 200 ricorsi all’Acf: «Se il 30% è un acconto va bene. Ma rivolgersi solo a chi abbia un lodo favorevole dell’Acf mi dà la sensazione che poi possano prevedere la stessa quota di rimborso anche per tutti gli altri. Ma a noi la Consob, attraverso l’arbitro, ha detto che abbiamo diritto a un ristoro integrale». «Ribadiamo che non c’è più tempo per soluzioni parziali ed estemporan­ee – tuona Matteo Cavalcante, presidente dei ‘grandi’ azionisti di “Per Veneto Banca” - e il Ministero non venga meno agli impegni. Convochi le associazio­ni per istituire una cabina di regia».

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