Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Ho scritto a Di Maio un mese fa: basta una legge di tre righe»
PADOVA Marcello Cestaro, lei è il presidente del Gruppo Unicomm, che conta 130 ipermercati, 100 negozi e 7200 dipendenti. L’anno scorso aveva comprato intere pagine sui quotidiani per annunciare che i suoi punti vendita stavano chiusi la domenica. Poi ha dovuto adeguarsi al mercato, ora il ministro Luigi Di Maio sembra darle ragione.
«Io a Di Maio ho scritto un mese fa, proprio per dirgli: bisogna chiudere almeno nelle 12 festività infrasettimanali. Poi si possono aggiungere le domeniche, intanto iniziamo la sperimentazione. Ma deve decidere Roma, altrimenti ognuno va per conto proprio e i clienti diventano turisti dello shopping».
E Di Maio le ha risposto?
«Mi ha fatto sapere che la mia proposta verrà presa in esame. Intanto però annuncia di voler tornare ai negozi chiusi la domenica. L’idea di fondo è giusta: garantire ai lavoratori la possibilità di riposare e stare in famiglia nei giorni festivi».
Secondo lei è possibile?
«Potrebbe essere accettata non la serrata totale, come trent’anni fa, ma una sperimentazione sulle feste comandate, salvando le zone veramente turistiche, cioè di mare e montagna. Le domeniche con le vetrine illuminate rovinano le famiglie, perciò cambiamo rotta. Poi ci sarà modo di discutere».
Quindi lei è per una legge statale?
«Sì, una legge di tre righe, con un solo articolo e un solo comma. In questo Paese abbiamo già troppe norme confuse e impossibili da applicare».
E l’autonomia delle Regioni?
«Come si può a pensare che siano le Regioni o gli enti locali a mettere d’accordo i commercianti perché aprano a turno? Si rischia un danno alle aziende, senza alcun beneficio per i lavoratori».
Cestaro Come possono le Regioni o gli enti locali mettere d’accordo gli esercenti? Si rischia di creare un danno alle imprese»