Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Homo Faber» Le meraviglie dell’artigianat­o

L’ESPOSIZION­E Arazzi, strumenti musicali, ceramiche, vetri: dal 14 al 30 settembre alla Fondazione Cini i lavori dei più raffinati artigiani europei L’evento della Michelange­lo Foundation. «È l’ora di un nuovo Rinascimen­to»

- Bozzato

Ifrancesi della Maison Duvelleroy spiegano che per fare un solo ventaglio mettono al lavoro ben dieci diversi artigiani. Nell’Antico Setificio Fiorentino, invece, sono in funzione i vecchi telai che ancora sfornano tessuti preziosi come il leggero taffetà rinascimen­tale: è l’ultimo setificio rimasto in attività senza interruzio­ni fin dal 1786. Poi ci sono i maestri solitari: lo svizzero François Junod crea automi fiabeschi, la svedese Johana Nestor realizza stufe in ceramica, le norvegesi Ingunn Undrum e Sarah Siogren sono tra le poche rimaste a fare corde. Queste sono solo alcune delle storie che hanno preso vita nell’isola di San Giorgio a Venezia: un coro di artigiani d’arte chiamato «Homo Faber», che si apre al pubblico, gratuitame­nte, dal 14 al 30 settembre. Quello che va in scena è una eccezional­e immersione nel mondo della manifattur­a, quella raffinata, e rara che ancora vive ovunque in Europa. Il progetto è promosso dalla svizzera Michelange­lo Foundation, assieme alle Fondazioni Cologni e Bettencour­t Schueller e al Triennale Design Museum. Main partner la Giorgio Cini, naturalmen­te, che ha raccolto una sfida lanciata tre anni fa, complici Marsilio e Civita Tre Venezie: «mettere in mostra come la bottega del rinascimen­to sia un futuro possibile, perché poggia sulla cultura umanistica che ha sempre unito il pensare e il saper fare», spiega Renata Codello, ex Sovrintend­ente lagunare e ora direttrice degli affari istituzion­ali della Fondazione Cini.

«Homo Faber» è una sfida, perché l’isola di San Giorgio non ha mai visto qualcosa di simile: 16 progetti espositivi che occupano ogni edificio, biblioteca, sala, angolo interno ed esterno agli edifici monumental­i. Migliaia i pezzi in mostra, 12 i team curatorial­i, 1400 le persone coinvolte per realizzarl­o, decine di imprese da tutto il Triveneto. «Negli ultimi due mesi l’isola è diventata un cantiere, che a modo suo raccoglie l’eredità laboriosa dei benedettin­i che questo monastero l’hanno vissuto, costruito, decorato, con i migliori architetti e artigiani», racconta Emanuela Bassetti, presidente di Civita Tre Venezie. Il motore del progetto è la Fondazione Michelange­lo, nata per volontà di Franco Cologni e Johan Rupert, due vite nella gioielleri­a e nella orologeria di lusso, gruppo Richemont, che al culmine della carriera hanno pensato di investire su ciò che le macchine e la tecnologia non sono ancora arrivate a fare e che «solo il talento umano, unico e irripetibi­le, è in grado: generare equilibrio e bellezza», dicono i due magnati. Un nuovo umanesimo, insomma, come possibile via d’uscita dall’omologazio­ne e dalla perdita di senso. «Quello con la Fondazione Michelange­lo si è rivelato anche un modello di partnershi­p che ci auguriamo di replicare – sottolinea Codello – Innanzitut­to per la sensibilit­à verso i luoghi, le imprese, le persone e la città».

Il loro «Homo Faber» passa per la ceramica, il vetro, la tessitura, i pennini in oro o l’incastonat­ura di gemme preziose, la copertura in pelle delle vespe, un liutaio o un costruttor­e di mappamondi. Molti di questi artigiani-designer sono sconosciut­i ai più, altri sono famosi in tutto il mondo: nelle sale del convitto, il Ritratto di Marcello Durazzo di Antoon van Dyck , prestato dalla Galleria Ca’ d’Oro, ha alle spalle un raffinato tessuto Rubelli ed è illuminato dall’hightech di iGuzzini.

I curatori (tra cui Michele De Lucchi, Stefano Boeri e Jean Balnchaert) hanno ricreato un mondo dove utensili, mani, visioni e materiali pregiati sono un tutt’uno. Isabella Villafranc­a Soissons ad esempio ha ricostruit­o un laboratori­o di restauro e il pubblico potrà seguire dal vivo la manutenzio­ne di un arazzo del XVI secolo o l’analisi di un enorme piede verde di Gaetano Pesce. «È giunto il tempo di un nuovo Rinascimen­to», promettono. Info: www.cini.it

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(Pattaro/Vision) Creatività «Homo Faber» sull’Isola di San Giorgio: l’esposizion­e è a ingresso libero
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Talenti Sono 16 i progetti espositivi

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