Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Scuola, meno studenti in classe E mancano quattromila docenti
Pesa la crisi demografica, una trentina gli istituti sottodimensionati. Soliti ritardi per l’assegnazione delle cattedre: mancano all’appello quattromila docenti e trecento direttori amministrativi. Il nodo presidi
VENEZIA Dalle elementari alle medie: calano gli studenti nelle scuole venete: 5024 in meno rispetto all’anno scolastico 2017/2018. Solo gli stranieri risultano in aumento, anche se in misura minore in confronto al passato.
VENEZIA Suona oggi la prima campanella per 593.900 alunni veneti, iscritti a elementari, medie e superiori: sono 5024 in meno rispetto all’anno scolastico 2017/2018, che ne aveva già persi 4662 in confronto al 2016. Solo gli stranieri risultano in aumento rispetto ai 71.528 del 2017, anche se in misura minore in confronto al passato. Secondo il Miur, la nostra è la terza regione per numero di allievi di altri Paesi, dietro Lombardia ed Emilia: all’asilo sono il 10% del totale, alle elementari salgono dell’1,63%, alle medie guadagnano un +2,4% dopo tre anni di calo e alle superiori segnano un incremento del 2,21%. Ma non basta a frenare il crollo delle iscrizioni. «Il problema riguarda soprattutto le elementari, perché legato al crollo delle nascite — sottolinea Sandra Biolo, segretario regionale della Cisl Scuola —. Non nascono i bambini, non è questione di dispersione scolastica, nel Veneto minima».
Secondo gli ultimi dati forniti dalla Regione, in media negli ultimi cinque anni circa il 7% degli iscritti alla scuola dell’obbligo ha lasciato i banchi prima dei dieci anni di frequenza previsti dalla legge. Una percentuale inferiore al target europeo del 10% e a quello di altre regioni, fatto sta che dall’ultimo report dell’Ufficio scolastico regionale, aggiornato a ieri mattina, su 600 istituti, 28 sono sottodimensionati, cioè hanno meno di 500 alunni.
L’altro nodo irrisolto è la carenza di presidi, direttori amministrativi e docenti. «Tutte le 600 sedi scolastiche risultano dotate di un dirigente scolastico titolare o reggente — recita il dossier — quelle con dirigente reggente sono 259: 236 normo dimensionate e 28 sottodimensionate. Indubbiamente è grande il disagio per il sovraccarico di lavoro che grava sui presidi contrattualmente obbligati alla reggenza». Tradotto, significa che 259 dirigenti scolastici devono dividersi tra più istituti. Ancora più grave la situazione inerente i direttori amministrativi: ne manca il 50%. «I titolari risultano 301, operanti su altrettanti plessi — illustra l’Ufficio scolastico regionale —. In 299 istituti c’è invece un direttore amministrativo incaricato (e sono 271) oppure uno con incarico aggiuntivo (accade nelle 28 scuole sottodimensionate ). Attualmente 18 scuole risultano ancora prive di questa figura. Nelle prossime settimane, con appositi avvisi, si cercherà di acquisire la disponibilità a ricoprire l’incarico da parte degli assistenti amministrativi che per il momento non si sono proposti».
«I direttori amministrativi sono professionisti di riferimento per l’organizzazione dell’attività di ogni istituto — avverte Marta Viotto, segretario regionale di Cgil Scuola — eppure l’ultimo concorso risale ai primi anni Novanta. Nel frattempo si continua a sostituirli con amministrativi di livello inferiore, un po’ volontari e un po’ forzati. Più di qualcuno deve seguire due scuole».
Altrettanto grave la carenza di insegnanti, ormai cronica. «Il personale docente che compete al Veneto per l’anno scolastico 2018/19 ammonta a 52.056 posti comuni più 6.327 posti di sostegno — recita il dossier —. Il Miur ha autorizzato un contingente di
nomine in ruolo di 4.050 posti comuni e 1.931 posti di sostegno, per un totale di 5.981. Dai monitoraggi effettuati sono stati assegnati solo 73 cattedre di sostegno e 1.851 comuni, per un totale di 1.924. In definitiva è stato possibile assegnare solo il 32,16% del contingente di posti di nuove immissioni in ruolo attribuito al Veneto, con incampienza quasi esclusiva alle medie e alle superiori, a causa dell’esaurimento delle graduatorie del concorso del 2016 e per la presenza di poche graduatorie di merito regionali». E quindi risultano ancora 2.199 cattedre non coperte da personale di ruolo, sul totale di 52.056: si tratta del 4,22%.
Più preoccupante il 29,36% di «scopertura» relativa agli insegnanti di sostegno: ne mancano 1858, sul totale di 6327 e a fronte di 16.970 alunni con disabilità. «Le graduatorie di istituto sono in grado di coprire i posti comuni rimasti vacanti con personale a tempo determinato — dicono ancora dall’Ufficio scolastico regionale —. Per quanto riguarda i posti di sostegno mancanti, saranno ricoperti da personale supplente non specializzato, attesa l’annosa insufficienza dei corsi di specializzazione universitari attivati nella nostra regione. La situazione è sotto controllo, ma qualitativamente inadeguata per il sostegno».
«I professionisti abilitati non sono presenti in graduatoria — spiega Viotto — è una follia: noi lottiamo per ottenere organici adeguati e poi non ci sono docenti da mettere in ruolo, perché gli Atenei non formano personale. E vale soprattutto per le elementari, dove maggiore è il gap tra fabbisogno e presenze. Da anni cerchiamo di aprire tavoli di coordinamento con le Università, per colmare tale divario, che ci costringe a rinunciare ogni anno a migliaia di contratti a tempo indeterminato. Sono 3mila comuni solo quest’anno, più 1800 di sostegno. Al posto degli insegnanti di ruolo mancanti, vengono nominati supplenti, alimentando così la situazione di precarietà». «Iniziamo l’anno scolastico in salita — aggiunge Biolo — con le scuole che tentano disperatamente di tappare i buchi cercando docenti a tutto spiano. Non c’è programmazione, nemmeno da parte del Miur, che non considera tempi e fabbisogni territoriali della scuola. Al primo settembre dovrebbe essere tutto a posto, invece siamo in queste condizioni».
Noi lottiamo per ottenere organici adeguati e poi non ci sono docenti da mettere in ruolo, perché gli Atenei non formano personale
Iniziamo l’anno scolastico in salita con le scuole che tentano disperatamente di tappare i buchi cercando docenti a tutto spiano