Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’attore e il barista controcorrente
Accorsi e Pako, una pizza divide la città. E Ca’ Farsetti lo invita a prestare il suo volto
VENEZIA L’attore e il barista, attenti a quei due controcorrente. Il primo in smoking, reduce dal red carpet, che dribbla il party per una pizza da asporto nella piazza più bella del mondo, seduto al tavolino di un caffè chiuso. Il secondo che, in una città dove dopo le 23 è difficile mangiare, tiene aperto tutte le notti di tutti i giorni, perché la fame non ha orari. Stefano Accorsi e Pasquale Travisano, detto Pako, stanno facendo discutere la città.
VENEZIA L’attore e il barista, attenti a quei due controcorrente. Il primo in smoking, reduce dal red carpet, che dribbla il party per una pizza da asporto nella piazza più bella del mondo, seduto al tavolino di un caffè chiuso. Il secondo che, in una città dove dopo le 23 è difficile mangiare, tiene aperto tutte le notti di tutti i giorni — in pieno dibattito su orari e chiusure domenicali perché la fame non ha orari. Stefano Accorsi e Pasquale Travisano, detto Pako, il nome che ha dato anche al suo locale (Pako’s) in Spadaria, vicino a San Marco, stanno facendo discutere la città, tra accuse e applausi del popolo della notte.
Accorsi è finito in croce da parte di chi (Aepe compresa) ha paragonato la sua pizza alle 2 del mattino, seduto a un tavolino di un bar di piazza San Marco, chiuso, ai migliaia di pic-nic delle persone che mangiano al sacco, sedute sui gradini delle Procuratie, delle chiese, delle rive. In realtà se a quell’ora fosse passato un vigile non lo avrebbe multato perché era seduto a un tavolino. Ma più che di multa è questione di buon esempio, hanno tuonato molti sui social. «Potrebbe accadere come per i tuffi: un noto youtuber americano si è buttato da un ponte e tutti fanno lo stesso», commenta Claudio Vernier, presidente dell’Associazione piazza San Marco. Ca’ Farsetti evita polemiche e rilancia. «Evidentemente, Accorsi non era a conoscenza della nostra campagna per il rispetto per Venezia - dice l’assessore al Turismo Paola Mar - lo invitiamo a prestare il suo volto a #EnjoyRespectVenice». Lo hanno già fatto Zucchero e Red Ronnie, anche Clint Eastwood, molti atleti, altri attori. Chi non ci sta a passare per quello che facilita i comportamenti «cafoni» è Pako, ossia Pasquale Travisano, che ha il suo locale in Spadaria da dieci anni. «Non confondiamo le cose, il mio lavoro non ha niente a che vedere con i picnic - dice - ho lavorato otto anni a Rimini dove per cinque mesi tutto è sempre aperto, arrivato a Venezia ho visto che di notte non c’era nulla e ho investito in quel target, offro un servizio a lavoratori di hotel, ristoranti, guardie giurate ma anche ai turisti che arrivano tardi: sono gli stessi alberghi, anche di lusso, che li mandano da me». Pako’s è un’istituzione della notte, difeso anche dai colleghi di ristoranti blasonati. «Posti come il tuo — scrive su Facebook Domenico Stanziani del ristorante Al Colombo — che servono qualità ci sono nelle più importanti città del mondo. . parlo di New York Londra e Parigi ... ci sono foto che testimoniano attori che mangiano hot dog o altro per le strade alle 3 di mattina. Venezia sembra non voglia mettersi al passo con queste altre grandi città».
Ca’ Farsetti, abbozza, evita la polemica, la mette sul piano educativo. «A breve avremo nuovo materiale informativo con le regole di Venezia», sottolinea Mar.
Intanto ha fatto un passo avanti l’esigenza di controllare il proliferare di strutture ricettive spesso abusive. Dopo due anni di confronto, a tratti acceso, la Regione Veneto ha accettato di censire hotel e, soprattutto, locazioni turistiche con il sistema proposto da Ca’ Farsetti. «Siamo molto soddisfatti, la riforma della legge regionale segue le nostre indicazioni, impone qualità e raddoppia le multe a chi si pubblicizza sul web senza essere in regola - continua l’assessore - ora bisognerà capire come inserire il codice nelle strutture veneziane». Dopo il voto di palazzo Ferro Fini, il Comune dovrà modificare i suoi regolamenti e confrontarsi con la Soprintendenza per capire come e dove affiggere i numeri identificativi.
Pro Stanziani «Posti come Pako’s ci sono da New York a Parigi»