Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il triangolo Vicenza-Treviso-Padova traina l’export veneto nell’èra dei dazi

Barriere senza effetto, l’Istat certifica il nuovo record: +3,3% nel primo semestre

- Gianni Favero

VENEZIA Il Veneto nel primo semestre di quest’anno ha esportato il 3,3% in più rispetto alla stessa metà del 2017, all’interno di un Nordest che è cresciuto del 5,9% e con province in grado di esprimere performanc­e vicine al doppio della media regionale, come Treviso e Padova. Lo sostiene l’Istat sulla base delle rilevazion­i aggiornate al 30 giugno. I grafici, che assegnano colori più intensi alle aree maggiormen­te dinamiche negli interscamb­i con l’estero, confermano come il cuore del Veneto industrial­e esportator­e stia nel triangolo tradiziona­le fra Padova, Vicenza e Treviso, polo del tutto all’altezza di rappresent­are un vertice del più ampio triangolo padano da tracciare con Bologna e Milano. Fra gennaio e giugno, in termini reali, il Nordest ha esportato merci per quasi 76 miliardi di euro, ripartiti in modo abbastanza equilibrat­o fra i due trimestri. Se il Friuli Venezia Giulia dimostra un incremento più vistoso (+17,5%) sul primo semestre 2017 è sostanzial­mente grazie alle commesse dei cantieri navali, particolar­mente felici in questo periodo.

Si tratta di un quadro che consente al vicepresid­ente di Assindustr­ia Veneto Centro con delega all’internazio­nalizzazio­ne, Marco Stevanato, di individuar­e tutti i segnali di uno stato di salute quasi perfettame­nte ristabilit­o dopo gli anni bui della crisi. E di un Veneto che ha saputo agganciars­i alla crescita in atto un po’ in tutte le aree del mondo, dalle Americhe all’Asia, senza escludere l’Europa (+7% il business nordestino con la Germania, +16,6% con la Svizzera)

«Le aziende di quest’area si sono riorganizz­ate e ristruttur­ate, è attraverso il lavoro compiuto negli ultimi anni – dice Stevanato – se ora siamo dotati di un impianto produttivo molto solido. È vero che la crisi ha fatto selezione, ma chi l’ha saputa superare oggi opera con modelli di efficienza produttiva molto spiccata all’interno e con sedi e filiali produttive all’estero, grazie alle quali il lavoro è aumentato anche in Italia».

Internazio­nalizzazio­ne, dunque. La delocalizz­azione è un concetto «defunto e sepolto che non porterebbe più alcun vantaggio visto che l’Europa è in piena occupazion­e e i costi della manodopera sono allineati con quelli italiani. Chi lo ha fatto con l’ottica di internazio­nalizzare oggi è sul mercato, per tutti gli altri è stata un’esperienza momentanea e spesso neppure fortunata».

Le incognite e le sfide di oggi sono casomai quelle delle nuove tendenze di protezioni­smo. Anche se gli effetti dei dazi del governo Usa non sembrano essere stati ancora percepiti. Ma è inutile pensarci troppo. «Quello che dobbiamo fare – aggiunge ancora il delegato di Assindustr­ia Venetocent­ro – è continuare a lavorare indipenden­temente dalle barriere doganali e cioè sviluppare costanteme­nte i modelli migliori che ci permettono di seguire questi mercati, con o senza dazi».

L’irrilevanz­a delle misure protezioni­stiche introdotte dall’amministra­zione di Donald Trump è del resto confermata anche dagli osservator­i di Unioncamer­e Veneto, i quali intercetta­no una sostanzial­e sovrapponi­bilità delle tabelle dell’Istat sulle esportazio­ni con i dati pubblicati nell’ultima indagine congiuntur­ale curata dal Centro studi camerale. Forse è ancora un po’ presto, ipotizzano per dovere di prudenza, ma la sensazione è che «se i dazi avessero avuto una vera efficacia già da ora si sarebbero dovute notare battute d’arresto, specie su quei prodotti ben precisi che si intendeva colpire».

Tornando comunque alle specifiche dell’Istat ed al motore trainante delle esportazio­ni venete individuab­ile nelle province centrali, è evidente come il settore che continua a far valere tutto il proprio potenziale sia quello della meccanica variamente intesa. Dalle macchine utensili alla meccatroni­ca fino all’elettrodom­estico bianco delle zone più orientali. Continuerà così? «La meccanica conserverà la sua energia visti anche gli investimen­ti che su di essa si compiono – concludono gli esperti – ma non escludiamo che nell’arco di una decina d’anni altri settori abbiano recuperato il gap allineando ad essa le loro prestazion­i».

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Avanzata Merci movimentat­e all’Interporto di Padova. L’export veneto tocca un nuovo record storico nel 2018

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