Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Aeroporto, il business dei park «Save pensa solo ai guadagni»
Nuove regole. La società: più sicurezza come in altri scali. Rischio caos
MESTRE Guerra dei parcheggi all’aeroporto Marco Polo. Accompagnare un amico o un parente diventa sempre più difficile ma soprattutto costoso, con sicure ripercussioni sul traffico di Tessera. Sette minuti per raggiungere il parcheggio, altri dieci per aspettare l’amico in arrivo dal terminal, gli ultimi sette minuti per lasciare l’aeroporto prima che scatti la multa. E se il tempo non basta si può sempre azzerare il contatore, uscendo e poi rientrando nell’area portuale. La zona a traffico controllato per la viabilità interna al Marco Polo che entrerà in funzione dal 1 ottobre, come da ordinanza Enac, ha già scatenato le polemiche. «Enac ha il pieno controllo sull’area aeroportuale, come amministrazione cittadina non ci permettiamo di mettere bocca sulla sua gestione — ha commentato la consigliera comunale di maggioranza Deborah Onisto — Se però queste novità avranno ricadute sulla vivibilità del centro abitato allora toccherà al Comune risolvere i problemi. Già oggi, purtroppo, molti residenti di Tessera parlano di una situazione ai limiti della sopportazione». Il sospetto è che, con limiti di tempo tanto stringenti — e la minaccia di una multa che parte da 81 euro per arrivare fino a 321 — tanti preferiscano aspettare amici e parenti all’esterno del perimetro aeroportuale. «Le strade di Tessera sono già abbastanza strette — fa eco Andrea Ferrazzi, senatore Pd — La vera soluzione per eliminare la sosta selvaggia sarebbe rendere più attrattivi i parcheggi a pagamento del Marco Polo, aumentando i tempi per la sosta gratuita e introducendo tariffe più sostenibili: Save ha già abbastanza entrate dal suo impegno principale, il traffico aereo, può anche rinunciare a qualche introito senza obbligare gli automobilisti a fare un continuo dentro e fuori, con conseguente intasamento delle strade e aumento delle emissioni inquinanti». Save replica con l’esempio degli altri scali italiani intercontinentali, a cui si è ispirata per la nuova viabilità: la Ztc esiste da tempo a Milano e Roma, e anche lì tempi e tariffe risultano molto simili a quelle veneziane, anche se nella Capitale sono concessi cinque minuti in più di sosta gratuita e a Milano lo scatto orario risulta di cinque euro invece che sei). «Ogni scalo ha le sue caratteristiche, non è possibile un confronto diretto perché gli aeroporti così come i territori che li ospitano sono molto diversi», spiega Andrea Geretto, direttore commerciale Save. Dal canto suo il gruppo continua a lavorare sui parcheggi interni: sono in allestimento nuovi stalli di «sosta lunga», mentre la sosta breve è stata ampliata già prima dell’estate. Nel master plan Save 2012–2021 il capitolo dedicato agli investimenti per la sosta occupa 35 milioni, ma solo nel 2017 i ricavi del settore hanno raggiunto nove milioni. «È di fatto un monopolio, che non offre neppure l’alternativa dei mezzi pubblici, visto che anche le tariffe Actv, Atvo e Alilaguna non sono affatto abbordabili», sottolinea Davide Scano, del Movimento 5 Stelle. Anche su questo fronte, però, Save ci tiene a puntualizzare: «Sosta e fermata sono già vietate, per chi rispetta le regole non cambia nulla – insiste Geretto – È vero che i tempi d’attesa per chi sbarca possono dilatarsi, ma basta controllare i canali d’informazione online».