Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Venezia, la rimonta mancata
Gli uomini di Vecchi ci provano ma super Bendinelli porta il Benevento sul 2-0. Finisce 2-3, con gli arancioneroverdi che reclamano per un rosso mancato a Maggio e l’errore di Marsura al 92’
VENEZIA Che ci fosse qualcosa di sinistro nel Venezia lo si era capito nelle prime due partite della stagione. Alla prima contro lo Spezia le difficoltà erano state in qualche modo nascoste dal risultato finale, col Padova era sembrata evidentissima la mancanza di peso in attacco. Quello che proprio nessuno poteva immaginare, era che la difesa potesse improvvisamente imbarcare acqua da tutte le parti, sia pure contro una delle avversarie più forti della categoria, il Benevento di Cristian Bucchi.
La sentenza del venerdì sera è che proprio Bucchi abbatte Vecchi, che il Venezia perde ancora e che qualche scricchiolio inquietante emerge dai delicati meccanismi del post-Inzaghi. Che la squadra abbia un’identità di gioco è lapalissiano, quel che ancora manca la forma al top di molti primattori (Falzerano, Pinato, Andelkovic e Bruscagin su tutti). Col Benevento, allarme rosso su tutto il fronte per almeno 45 minuti: Bruscagin a destra affonda, finendo con l’essere schiantato sull’asse sinistra dal devastante Bandinelli e dalla velocità di Improta (che pure non fa faville, anzi. Bruscagin è colpevole sul primo (dove sbaglia la diagonale) e sul terzo gol (dove si fa infilare dall’incursione di Bandinelli). L’ex Latina non dà mai l’impressione di trovare la posizione, perennemente in difficoltà di fronte alle folate e dalle sovrapposizioni di Letizia e dalla precisa mossa di Bucchi che vuole vincere la partita in quella zona. E non va meglio ad Andelkovic, neppure lontano parente della roccia ammirata a lungo. Il primo gol è indicativo: Ricci sfonda sulla destra e crossa, Bruscagin latita, Bandinelli si inserisce e di piatto batte l’incolpevole Lezzerini.
Ventisei minuti e il Venezia deve già rincorrere, ma va ancora peggio nel finale quando un capolavoro balistico di Bandinelli scava apparentemente la fossa a Vecchi. Niente di più sbagliato, perché il Venezia ha il merito di riuscire a riaprire la partita: pennellata di Garofalo, colpo di testa di Pinato, risposta stellare di Puggioni, ma Geijo da due passi è implacabile. Appena due giri di lancette e sembra arrivare il de profundis. Ban- dinelli sfonda a sinistra, Andelkovic si sgonfia, Bruscagin si scansa, Tello punisce.
Sul 3-1 sembra davvero finita, ma Maggio stende Di Mariano in area, rigore solare e ci starebbe pure il giallo (di conseguenza pure il rosso, visto che l’esterno vicentino è già ammonito). Fatto sta che si litiga pure per chi tira il rigore: sul dischetto si presenta Di Mariano, dalla panchina viene ordinato di far battere a Citro, che non sbaglia il 2-3. A quel punto Vecchi tenta (giustamente) il tutto per tutto: fuori un difensore (Modolo) e dentro una punta (Marsura) e cambio di modulo con passaggio al 4-3-3. Bucchi corregge, a sua volta, togliendo Improta ed inserendo Buonaiuto.
La chance per pareggiare nel finale c’è, difficile dire se Marsura potesse fare di più. Di sicuro il 3-3 non arriva, il Benevento schiva la rimonta e bussa forte alle porte dell’Olimpo. Il Venezia è ricacciato in basso, urge un cambio di rotta immediato.