Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«L’alunno si tocca» Preside sotto accusa per diffamazione
VENEZIA L’ex dirigente scolastico di un Istituto comprensivo di Venezia-Mestre è accusato di ingiuria e diffamazione perché il 13 marzo 2011 «accusava un alunno, alla presenza dei suoi compagni di classe e poi nel corso di un colloquio al quale partecipava lo stesso studente,
la nonna e l’insegnante di italiano, di essersi masturbato in classe davanti ad altri alunni». Un comportamento, quello del preside, che assume una forte gravità (e una rilevanza penale) perché quanto aveva riferito è «circostanza non vera». Senza contare che, ha parlandone pubblicamente, il preside «ledeva la reputazione» dello studente «e ne offendeva l’onore e il decoro».
I fatti emergono solo ora perché la vicenda è finita nelle mani del giudice di pace di Venezia il quale ha sollevato dei dubbi di legittimità costituzionale sulle norme che hanno abrogato il reato di ingiuria, sottolineando come «l’onore costituisce uno dei beni fondamentali della persona umana, riconosciuto tra i diritti inviolabili dell’uomo». L’abrogazione, secondo il giudice veneziano, ha finito con il «degradare il reato che tutela un bene di rilevanza costituzionale a un illecito civile sottoposto unicamente al nuovo istituto della sanzione pecuniaria civile»
Il giudice di pace ha quindi deciso di sospendere il giudizio e rivolgersi alla corte costituzionale attraverso un’ordinanza che è stata pubblicata sull’ultimo numero della Gazzetta Ufficiale, con la quale chiede un giudizio sulla regolarità - sotto il profilo costituzionale - delle norme di abrogazione.