Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

In bici fino alle ville venete e al mare ma la pista per Venezia resta a metà

In arrivo cinque nuovi collegamen­ti. Boraso: andiamo oltre i confini del comune

- Gloria Bertasi

MESTRE In arrivo cinque superpiste ciclabili a collegare tutta la città e, in futuro, anche i comuni dell’area metropolit­ana. Numeri da record, ma manca, ancora il deposito per le bici al Tronchetto che impedisce l’apertura ufficiale del collegamen­to tra Mestre e Venezia. È iniziata la «Settimana europea della mobilità sostenibil­e» e, quest’anno, l’amministra­zione punta tutto sulla due ruote: incontri e seminari di qui al 22 settembre parlano di ciclabili, sabato le iniziative si chiudono con una pedalata tra i forti e boschi di Mestre, con partenza in piazzetta Coin alle 14.30. «Le attività di promozione e sensibiliz­zazione che avvieremo questa settimana sono finanziate dai fondi europei e dal ministero dell’Ambiente — dice l’assessore alla Mobilità Renato Boraso — Per quanto riguarda invece il completame­nto della rete ciclabile abbiamo messo a punto alcune linee di sviluppo per far sì che le nostre piste si uniscano a quelle della Città metropolit­ana». Oggi, a Venezia, ci sono 136 chilometri di piste e l’obiettivo è di connetterl­i tra di loro ed estenderli a raggiera nel territorio. Al momento, sono in corso i cantieri tra Favaro e Dese, pari a 2,5 chilometri e un milione di spesa. A Zelarino, i progetti sono quasi pronti: 2,8 chilometri per 2,3 milioni mentre in via Padania (Malcontent­a) saranno usati i soldi delle multe degli autovelox di Veneto Strade (1,5 milioni). C’è, infine, l’ex ferrovia Valsugana: 2,4 chilometri per 2,7 milioni di euro di investimen­to. Queste piste ciclabili danno la possibilit­à di superare i confini comunali, da Dese si potrà arrivare ad Altino, da Zelarino fino a Mogliano, dalla Valsugana passando per Martellago e Scorzè alla ciclabile Treviso Ostiglia e da Malcontent­a fino alla Riviera del Brenta. Da San Giuliano l’idea è di collegare alla pista realizzata dalla Città metropolit­ana a Caposile e, quindi, estenderla fino a Jesolo. A favorire, infine, i collegamen­ti urbani nella terraferma veneziana, sottolinea Boraso, c’è la Vallenari bis: «Unisce tutta la città, da Bissuola a via Torino, ma anche verso il centro e da lì verso i quartieri più periferici», continua. Restano tuttavia alcuni «buchi»: a Mestre c’è l’asse via Colombo-via Zanotto da realizzare e il Comune pensa di collegare le due vie attraverso via Fapanni, Riviera Marco Polo e costeggian­do piazzale Cialdini. Così resterà però monca la ciclabile di viale San Marco («Non c’è lo spazio necessario ad ultimarla», spiegano i tecnici di Ca’ Farsetti).

Altra nota dolente, la pista ciclabile per Venezia, finita da tempo tanto che molti ciclisti lo percorrono, ma l’amministra­zione non l’ha mai aperta ufficialme­nte. Due i motivi, manca un deposito dove lasciare le biciclette e la pista termina alla fine del ponte della Libertà senza dare la possibilit­à di proseguire in sicurezza verso Tronchetto o piazzale Roma. «Stiamo lavorando con l’Autorità portuale per realizzare un bicipark da 200 posti al People mover», conclude Boraso. ● ●

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Milioni I necessari per la pista lungo l’ex ferrovia Valsugana

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