Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gaiatto vuole tornare libero: «Non scappo all’estero»

Ricorso per il trader della maxi-truffa e la moglie. Nuove denunce, oggi ultimi interrogat­ori

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VENEZIA La moglie Najima Romani l’ha già depositato ieri con il suo avvocato Maurizio Miculan, per Fabio Gaiatto è questione di ore. Dopo la scena muta fatta di fronte al gip Rodolfo Piccin, lo stesso che ne aveva ordinato l’arresto, per il 44enne trader portogruar­ese e per la compagna inizia la seconda fase dopo gli arresti per la maxi-truffa del Forex. La coppia, accusata dalla procura di Pordenone di essere a capo di una banda che avrebbe truffato oltre 3 mila clienti, promettend­o investimen­ti con rendimenti in doppia cifra che non si sono mai materializ­zati, ora va al contrattac­co al tribunale del riesame.

Ovviamente in questo momento non si parla ancora del merito dell’inchiesta, anche perché solo oggi gli avvocati potranno avere le copie dei 14 faldoni d’indagine che hanno portato all’arresto dei due e di altre tre persone (ai domiciliar­i), oltre a 11 obblighi di dimora. Di certo le difese, in particolar­e quella di Gaiatto, non negano che l’uomo non fosse abilitato a fare il trader (da cui l’accusa di abusiva attività di gestione del risparmio), ma sono pronte a combattere sulla truffa e sull’autoricicl­aggio. Di fronte al Riesame, però, che potrebbe fissare l’udienza già la prossima settimana, si discuterà soprattutt­o di esigenze cautelari. E qui l’avvocato Miculan e i colleghi Luca Ponti e Loris Tosi, che difendono Gaiatto, sono pronti a spiegare un po’ di cose. La prima è che non c’è assolutame­nte pericolo di fuga, visto che Gaiatto e Romani sapevano dell’inchiesta da mesi (le prime notizie di stampa sono uscite tra marzo e aprile) ma sono sempre rimasti a Portogruar­o, dove hanno una villa in campagna e dove i figli vanno a scuola, nonostante i legami e le società in Slovenia e Croazia. Idem per la reiterazio­ne del reato, visto che ormai nessuno potrebbe pensare di affidare i propri soldi alla Venice Forex Investment­s, e per l’inquinamen­to probatorio. «E’ stato lo stesso Gaiatto a fornire agli inquirenti il database completo dei suoi clienti», dice l’avvocato Ponti. La procura in realtà aveva raccolto la testimonia­nza dell’ex segretaria, ● ● la quale ha detto di aver ricevuto invece l’ordine di bruciare tutti i contratti.

Intanto continua ad allungarsi la lista dei truffati che hanno fatto denuncia contro Gaiatto e i suoi complici. Al momento degli arresti di una settimana fa le denunce erano arrivate a 279, ma ora aumentano di decine ogni giorno. Solo l’avvocato Luca Pavanetto di San Donà, referente locale per l’Adusbef, ha superato quota 150. Nel frattempo oggi si chiuderà il giro di interrogat­ori, con l’ultima parte di coloro che sono accusati di aver fatto da procacciat­ori di clienti per Gaiatto. La linea di molti di loro è stata quella di essere stati clienti e dunque in buona fede. (a. zo.)

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