Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La rabbia della mamma «Avvisata per ultima della morte di Cristiano»
La donna ottiene il nulla osta dal pm: voglio abbracciarlo
VENEZIA «E’ l’una di notte passata. Tra i mille pensieri, quello che mi tiene sveglia perché mi fa una rabbia pazzesca e che non riesco ancora a capire, è come sia possibile che il mio bambino sia morto alle sei del pomeriggio e nessuno mi abbia avvisata. Solo alle 20.45 mi hanno mandata a prendere i vigili senza dirmi niente e in barca, guardando il telefono, ho letto la notizia dell’incidente». Non usa mezzi termini Roberta Bozzao in uno sfogo che ieri mattina ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, a quattro giorni dall’incidente costato la vita a suo figlio, il 13enne Cristiano Lucchini. Il ragazzino domenica pomeriggio, dopo essere entrato abusivamente nel cantiere edile della Boscolo Bielo a Santa Marta, aveva messo in moto un muletto. Il mezzo si era ribaltato e il giovane era rimasto schiacciato.
La madre è distrutta dal dolore e ieri mattina si è anche presentata in procura a piazzale Roma per protestare contro il mancato nulla osta ai funerali del figlio. «Lo voglio toccare, abbracciare», ha spiegato, visibilmente scossa. accompagnata da una amica. Dopo alcuni minuti di tensione, la donna è stata ricevuta dal pm titolare dell’inchiesta, Andrea Petroni, che le ha spiegato che nel pomeriggio si sarebbe tenuto un esame esterno del corpo per togliere ogni dubbio sulla dinamica e subito dopo sarebbe stato dato il nulla osta. Un dialogo che ha calmata la rabbia della donna, che attraverso l’amica ha spiegato di aver già organizzato per sabato non un semplice funerale, ma una sorta di «festa di rinascita» per ricordare Cristiano, rimasto vittima di una bravata. «Roberta vuole ringraziare la magistratura», ha detto la donna all’uscita dal tribunale.
Cristiano è stato ucciso da un gioco estremo la cui dinamica è stata ricostruita nelle ore successive, anche grazie alle riprese di una telecamera limitrofa. Il 13enne, insieme a un coetaneo, figlio dell’attuale compagno della madre, era entrato nel cantiere (e non era la prima volta) per praticare il parkour: i vigili urbani hanno trovato anche dei guantini utilizzati proprio dagli appassionati di questa disciplina acrobatica. I due giovani, poi, avevano deciso di mettere in moto il muletto. Cristiano sapeva che avrebbe trovato la chiave e la coppia ha tentato un gioco estremo che, però, è finito in tragedia, a causa della velocità, della pavimentazione sconnessa e di una curva troppo stretta. Le urla dell’amico avevano attirato l’attenzione di un passante che ha chiamato i soccorsi. Per il 13enne, però, non c’era stato niente da fare. Subito dopo erano arrivati sul posto gli agenti della polizia municipale che, una volta identificato il ragazzino, avevano informato i nonni, che ne avevano l’affidamento, prima di raggiungere la madre a Castello.
Una normale procedura che, però, ha fatto infuriare la mamma della vittima. «Quando ho letto la notizia ho capito immediatamente che era il mio piccolo – ha scritto su Facebook - Ho letto che Cristiano è morto sul colpo ma ad oggi non ho ricevuto alcuna chiamata dalle istituzioni. Apprendere questa terribile notizia da internet è stato ancora più angosciante e devastante. Sono stata trattata malissimo perché sono stata l’ultima a saperlo, quasi tre ore dopo da internet». La donna chiede dunque che questo iter burocratico cambi e venga reso più «umano». «In questi casi – conclude - dovrebbero come minimo avvisarti per prima e mandarti un supporto, un aiuto, un sostegno... Era morto il mio bambino non un pesciolino rosso, dovevate rispettarmi di più».
Il funerale sarà dunque celebrato domani mattina alle 11 nella chiesa di San Nicolò dei Mendicoli ed è probabile che centinaia di persone daranno l’ultimo saluto a Cristiano.